venerdì 28 febbraio 2014

Pietro Piro, C'è ancora spazio per la filosofia nell'epoca del professionismo? Recensione a D. Marconi, Il mestiere di pensare

Non c’è alcun bisogno di una simile scelta: o il marketing o la vecchia maniera. È una falsa alternativa: tutto quanto è attualmente vivo sfugge a un’opposizione siffatta. Gli “incontri” sono la prima mossa. Non certo nel senso di colloqui o dibattiti, ma in quello per cui, se si lavora in una disciplina, ci s’incontra con gente che lavora in un’altra disciplina, come se la soluzione venisse sempre da fuori. Non si tratta di comparazioni o di analogie intellettuali, bensì d’intersezioni effettive, d’incroci di linee. […] Far “incontrare” il proprio lavoro con quello dei musicisti, dei pittori o degli scienziati, è il solo atteggiamento che non si ricollega né alle vecchie scuole né al nuovo marketing. Si tratta di “punti singolari” che costituiscono dei veri e propri focolai di creazione, funzioni creatrici indipendenti dalla funzione-autore. E ciò non vale soltanto per le intersezioni di discipline differenti: ogni disciplina, ogni elemento di essa, per quanto piccolo sia, è già di per sé fatta di tali incroci. I filosofi devono scaturire da qualsiasi luogo: e non perché la filosofia dipenda da una specie di saggezza popolare onnicomprensiva, ma nel senso che essa è prodotta da ogni incontro, nella misura in cui è sua caratteristica il definire un nuovo uso, un nuovo assetto distributivo – musicisti selvaggi e radio pirata.
G. Deleuze, Contro i “nuovi filosofi”

I. La filosofia come professione

Il libro di Diego Marconi, Il mestiere di pensare. La filosofia nell’epoca del professionismo, Einaudi, Torino 2014; ha il merito di riflettere con serietà sul tema della scelta del percorso filosofico come professione e sulla specificità del sapere filosofico rispetto agli altri ambiti del sapere.
Il testo muove il suo argomentare da un’idea “sottrattiva”. Secondo l’autore, infatti: «la filosofia è davvero in buona parte sparita dall’orizzonte delle persone colte. Molte di loro sanno che nelle università lavorano, tra altri studiosi, parecchi professori di filosofia, ma non capiscono che cosa fanno, né perché lo fanno […] e se provano a leggere quello che scrivono spesso smettono dopo poche righe, in un turbine di incomprensione» (p. 8). Il motivo di questa “sparizione” è da ricercare in un processo inevitabile di specializzazione del sapere filosofico che risponde alle esigenze di una società di “professionisti”, dove ciascuno si dedica con il massimo sforzo a settori ristretti e dominabili. [...]

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Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano