lunedì 16 dicembre 2013

Idiosincrasie - Varie stupidità

Detesto la stupidità e ogni tanto mi torna in mente quella geniale idea della tassa sulla stupidità (uno di questi giorni dovrò mettermi a pensarci seriamente).
Ma è così pieno di stupidi che non so mai da dove cominciare. Ci sono quelli che fumano in ascensore: gli fai notare che in un luogo chiuso (oltre ad essere vietato - ma figuriamoci, se lo dici passi pure per fascista, oltre che rompiscatole) non c’è ricambio d’aria e ti guardano con lo sguardo perso nel vuoto, come se fosse un’ovvietà che non val neanche la pena di pronunciare (infatti lo è: ma mica smettono?), o come se per loro fosse difficile passare tanto bruscamente dal discorso sul Napoli appena concluso a questo sul “diritto”. È inutile cercare rivoli di riflessione: tu gli dici che bastava accendersela appena usciti, e quelli ti rispondono che non hanno l’accendino e la sigaretta gliel’ha accesa qualcuno appena prima di entrare in ascensore (come se fosse uno di quei treni che passano una sola volta nella vita). I migliori di loro ti rispondono “lo so, lo so”, quasi a scusarsi (ma in realtà è per toglierti di torno). Vorrei tanto spiegar loro che queste quattro paroline non servono a far passare aria.
Poi ci sono gli automobilisti. Inetti. Pavidi. Rancorosi. Quasi sempre tutte e tre le cose insieme. Quelli che si fermano alla rotatoria - avendo la precedenza - per far passare quelli che hanno lo STOP. O quelli che in autostrada si mettono fissi sulla corsia di centro, anche quando le altre due sono libere (ormai da anni viaggio quasi per intero nella corsia di destra: sembra che lì non ci voglia stare più nessuno, perciò è sempre la più libera di tutte); che poi sono gli stessi che - nel tratto da Caserta sud verso Maddaloni, da poco ampliato a due corsie - si mettono sempre a sinistra, senza sorpassare nessuno e senza che nessuno possa superarli. Senza motivo, senza tornaconto. Stupidità pura.
Poi ci sono quelli che in chiesa recitano tutto il Credo a memoria, ma si impappinano se gli domandi cosa voglia dire “luce da luce”. (Molti di loro non sanno neanche che cosa sia la “benedizione di Dio”: credete che esageri? Provate a chiederglielo. Vi guarderanno imbarazzati, accusandovi di voler metterli in difficoltà solo per parlar male della religione). O quelli che dicono ai bambini che devono andare a Messa “per dovere verso Dio” (e così glielo fanno detestare già a quell’età). O quelli che stanno seduti tutto il tempo della comunione; poi, quando il prete si avvicina al tabernacolo per riporre le ostie, si alzano di scatto per risedersi un attimo dopo, appena chiuso (perché lo fanno? E chi lo sa. Ma in questo caso vi sconsiglierei di chiederglielo: sarebbe un’inutile perdita di tempo).
Insomma: ogni posto, ogni situazione, ogni ambito ha i suoi stupidi precipui. È proprio vero: il mondo si divide in chi è stupido e chi dice di non esserlo. Io, per fortuna, non lo sono.

(«Il Caffè», 13 dicembre 2013)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano