Per Il cane del santo, di Gabriele Prinelli (Gemini Grafica Editrice, 2013, pp. 98, euro 10,00) bastano poche parole: è un bel libro, scritto bene, da un autore che ha al suo attivo altri tre romanzi e dalla cui opera emerge un’ottima proprietà di linguaggio (sempre più benvenuta, nell’epoca del basic-italian cui i social network ci stanno assuefacendo), una notevole fantasia e un inoccultabile piacere nello scrivere, che cattura il lettore in maniera genuina fin da subito.
Questo racconto lungo, che riporta alla mente per l’ambientazione e la scansione narrativa le più celebri novelle di Giuseppe Pederiali (in particolare Il tesoro del bigatto e La compagnia della selva bella), trabocca di elementi accattivanti e godibili e si legge d’un fiato, senza né pathos né suspence, ma con un piacere autentico. Ottima prova per Prinelli, autore probabilmente sottovalutato.
(«Pagina3», 13 dicembre 2013)
Paolo Calabrò
Filosofia e Noir
Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano