Il potere si costruisce e si regge sulla menzogna, si sa. Mario Guarino - già autore tra l’altro di libri d’inchiesta su Licio Gelli e Silvio Berlusconi - si occupa di questo connubio nel suo ultimo Il potere della menzogna (ed. Dedalo), nel quale prende in esame i meccanismi non solo del potere politico, ma dell’informazione, della pubblicità, della religione, della scienza.
Chiaramente, se si dà per assodato che il potere e la menzogna vadano naturalmente a braccetto, c’è da aspettarsi che neppure i più eclatanti scandali di cronaca destino grossa sorpresa: così, ad esempio, il caso di Stefano Chelazzi, leghista di Varese che se ne andava in giro ad appiccare incendi, scrivendo poi ai giornali per incolpare gli extracomunitari, sembra - se non giustificabile: a questo proprio non si può arrivare - almeno comprensibile, in quanto tentativo di interpretare la realtà alla luce della propria teoria (quella razzista). Di conseguenza, dove la teoria mal si adatti alla realtà, non resta che forzare quest’ultima per farcela rientrare comunque (niente di diverso, insomma, da quello che hanno fatto tutte le ideologie del secolo scorso, in particolare quelle totalitarie).
Il grosso problema, spiega l’autore, è che qualsiasi esperienza modifica il cervello e l’abitudine alla menzogna sistematica - cioè il vizio di piegare la realtà secondo i propri desideri - non fa eccezione. Fino a rendere la menzogna, per chi la sostiene, indistinguibile dalla verità. E fino a poter entrare nell’immaginario collettivo - se propagandata con sufficiente ed ostinata amplificazione mediatica - come se fosse la realtà stessa.
Scollamento dalla realtà che non è prodotto solo dall’inganno deliberato: esistono altre forme di distacco, involontarie e perfino inconsapevoli, altrettanto nocive, come ad esempio l’uso eccessivo dei cosiddetti “dispositivi mobili”, i quali - oltre a creare dipendenza - possono impoverire il linguaggio (si pensi a quello giovanile degli SMS) fino a deviarlo, e dar luogo ad attitudini scorrette, anche nei rapporti interpersonali. La menzogna mostra nel mondo moderno molte facce, una peggiore dell’altra.
L’antidoto? Oltre a cercare di arginare l’assalto delle cattive abitudini che continuamente ci si propongono, scrive Guarino, nulla è utile quanto il sano dubbio e la propensione alla verifica personale. Pensare con la propria testa: sembra banale, ma è molto meno usuale e facile di quanto saremmo portati a credere. D’altro canto, per quanto faticoso possa essere, ne vale sempre la pena; soprattutto nei casi in cui - lo sottolineava il direttore di questo giornale un paio di settimane fa a proposito delle “bufale” sull’eccellenza dei prodotti campani (in primo luogo la mozzarella e gli altri prodotti alimentari) - smascherare il falso non è una mera questione di principio, ma di sopravvivenza.
(«Il Caffè», 25 ottobre 2013)
sabato 26 ottobre 2013
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