sabato 13 aprile 2013

Qualcosa di incredibile

Ho pensato che per il numero 700 di questo giornale ci volesse una notizia all’altezza dell’evento, qualcosa di unico, di stupendo: magari qualcosa di incredibile. E in effetti c’era soltanto l’imbarazzo della scelta: dall’escalation militare in Corea del Nord alla nostra situazione politica, non v’è che da pescare a caso per trovare qualcosa di inverosimile. Tuttavia, si sa, dove tutto è così incredibile finisce che niente lo è più davvero. E si ritorna alla domanda iniziale, con la coda fra le gambe.
Per fortuna la mia amica scienza - fornitrice abituale di tante pillolette di buon senso di cui abbiamo già avuto occasione di parlare - mi viene prontamente in soccorso: è recente la notizia, ovviamente di fonte americana, che
chi consuma droghe, soprattutto facendo uso di siringhe, ha un rischio maggiore di morte rispetto al resto della popolazione. L’overdose e i problemi legati all’HIV e ad altri virus, a causa dello scambio di siringhe, sono tra i maggiori responsabili dei decessi.
È la notizia-bomba del «Bulletin of the World Health Organization». Non è veramente incredibile? Nel 2013 i medici scoprono - e ci tengono a comunicarci a gran voce - che, ebbene sì, la droga fa male. Cioè, uccide. Cioè, ancora, meglio detto: chi si droga muore prima (e forse peggio) degli altri. Chiaro? Teniamolo tutti bene a mente. Niente facili ironie del tipo “chi guida troppo veloce rischia l’incidente”: la droga fa male, punto e basta. Oggi la scienza è finalmente in grado di affermarlo. Meno male che lo ha detto pure a noi.
Per chiudere in bellezza - scusandomi preventivamente con il Direttore Sarnelli per il furto, unico e prezioso, di oggi, con l’aggiunta di un opportuno e doveroso minutis minuendis - vi riporto un aneddoto personale, d’ambito casertano. Essendomi trasferito a Caserta da Napoli nel 2002 ho incominciato, come tutti, a pagare le tasse al Comune. Essendomi accorto di aver pagato per un anno un importo superiore al dovuto, nel 2006 presento un’istanza alla Teleservizi s.r.l. richiedendo il rimborso della quota eccedente. Per 3 anni nessuna risposta. Così, nel 2009, mi reco a via Giotto n° 6 per regolare la cosa e il solerte impiegato mi dice che ho perfettamente ragione, che l’istanza non è ancora stata evasa - inspiegabilmente, a suo dire - e che posso presentare un sollecito affinché la questione venga chiusa quanto prima. Era il giorno 6 ottobre. Oggi, 12 aprile 2013, dopo più di 3 anni (che, sommati ai precedenti, fanno 6), non ho ancora ricevuto nessuna risposta (né il rimborso dovuto).
Ma tant’è, siamo a Caserta.

(«Il Caffè», 12 aprile 2013)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano