Dura lex sed lex: la legge è dura ma va sì rispettata, potremmo dire parafrasando Totò. La legge è per noi un limite, ma un limite salutare e sacrosanto che permette di stabilire un ordine nella nostra convivenza, rendendola civile piuttosto che caotica. Ecco perché la rispettiamo, anche talvolta malvolentieri, perché sappiamo che senza di essa staremmo tutti peggio.
Il rispetto per la legge è dunque qualcosa che nasce prima della legge, nel bisogno che noi ne abbiamo e - a stretto rigore - indipendente dal contenuto della stessa. Una legge potrebbe chiederci di passeggiare a giorni alterni su un piede solo, e noi saremmo tenuti a rispettarla: perché mettere in discussione il principio del rispetto della legge sarebbe per noi molto più pericoloso dell’ossequio tributato a una norma palesemente stupida.
D’altro canto, una legge evidentemente assurda si configura come una vera e propria istigazione a delinquere. Perché la legge è legge, lo dicevamo prima, ma non di meno è dura; ciò che aiuta a sopportarne il peso è non solo il rispetto fin qui discusso, ma anche la sua più o meno manifesta utilità (e ragionevolezza). Accettiamo senza troppo malcontento di fare un giro in auto più lungo se questo serve ad agevolare complessivamente la viabilità. Ma immaginiamo il divieto di accedere a una strada brevissima e perfettamente percorribile, che ci costringa a una deviazione di chilometri: diventeremmo furiosi, la tentazione di trasgredire ci assalirebbe, mille invettive e altrettante giustificazioni affiorerebbero alla nostra mente; forse rischieremmo volentieri una multa. In nessun caso saremmo giustificati nel commettere un reato, certo; ma, insomma, la sensazione la conosciamo bene tutti.
Ebbene. C’è un semaforo, a Caserta, all’uscita della tangenziale di Centurano, direzione Centro. Che apparentemente dovrebbe regolare il traffico proveniente da Maddaloni, ma in realtà costringe a lunghe noiose e soprattutto inutili attese: perché non solo il traffico da sinistra è discontinuo e rado, ma soprattutto perché basterebbe - al posto del semaforo - un segnale di STOP, proprio come c’era prima. Ci rifletto ogni volta che ci passo. È assurdo, privo di giustificazione e pernicioso (spesso le code arrivano fin sulla tangenziale).
Siamo abituati a sopportare la corruzione, la collusione, l’inettitudine. Ma all’assurdità non riusciamo ad abituarci. Domanda agli Amministratori del Comune di Caserta: vogliamo far risparmiare qualcosa ai cittadini, sradicando materialmente quel semaforo insulso?
(«Il Caffè», 7 dicembre 2012)
domenica 9 dicembre 2012
Modulo di contatto
Etichette
aforismi
Alex Zanotelli
altrui cose
Ambiente
Bambini
Bauman
Bellet
biografia
Brunetta
Bullismo
C'è un sole che si muore
Carlo Sini
Cinema
Claudio Fava
Claudio Fracassi
ControCorrente
Daniele Sensi
Desaparecidos
Diego De Silva
Dio perverso
Dipendenze
disabilità
don Andrea Gallo
don Luigi Merola
don Paolo Farinella
e-book
Economia
Educazione
Ennio Remondino
esercito
Etica d'impresa
eventi
Facebook
Fantascienza
Filosofia
Filosofia della scienza
Foto
Fumetti
Galapagos
Geografia
Giochi
Giulietto Chiesa
Giuseppe Miserotti
Giuseppe Onufrio
Goffredo Fofi
guerra
Guerra e pace
Hegel
Heidegger
i piccoli
Idiosincrasie
Il Partito dell'Amore
il telefonino
Illich
Immigrazione
In che mondo viviamo
Incendi in Russia
Internet
L'azzardo del gioco
L'economia come la vedo io
La Chiesa che non capisco
La guerra è guerra
La piaga del nucleare
La verità cammina con noi
le cose si toccano
Letteratura
lettere
Levinas
Libertà di stampa
Linguaggio e realtà
Luciano Gallino
Luigi Zoja
Mafia
Malainformazione
manuali
Marx
Massimo Cacciari
Massimo Scalia
Massoneria
Matematica
Maurizio Torrealta
Mondo
Morin
Musica
My Last Slating
Noir&Giallo
Novità
Nucleare
Pancho Pardi
Panikkar
Paolo Scampa
Parcheggiatore abusivo
pedagogia
Pietro Barcellona
Pippo Civati
Pirateria somala
poesia
Politica
psicologia
Pubblicità
Racconti e poesie
Religione
Riccardo De Lauretis
Roberto Carboni
Scienza
Scuola
Scusi può ripetere?
Sergio Manghi
Società
sport
Stefano Santasilia
Storia
Teatro
Tecnofollie
Tonino Drago
Vincenzo Pepe
Virtù del pubblico - Vizi del privato
Vito Mancuso
War
Powered by Blogger.