mercoledì 19 dicembre 2012

A. Pellai, Distanze, ed. Erickson, 2012

«Ognuno di noi è il risultato della propria storia e di come impara a raccontarla prima di tutto a se stesso e poi agli altri. Nessuno vive una vita perfetta. La perfezione come aspirazione di vita è pura utopia. Siamo programmati per l'imperfezione. Ma ciò che ci rende imperfetti è anche ciò che ci rende unici»

Un libro, quest'ultimo di Alberto Pellai (autore che abbiamo già avuto modo di apprezzare), che sarebbe riduttivo definire originale: sui generis fin dalla copertina, che lo presenta come un taccuino con tanto di banda elastica a richiuderlo, Distanze (ed. Erickson) è un esperimento editoriale che chiama il lettore all'insolita attività di co-scrittore del testo, dove ciascuno è invitato a indagare e a raccontare se stesso, nella convinzione che imparare a raccontarsi sia il primo passo per trasformare se stessi e la propria vita.
Ciò sullo sfondo della relazione con il padre, che Pellai tratta in maniera leggiadra fino all'onirico, senza per questo sacrificare la concretezza dell'analisi e della verifica. Un'occasione per vivere (magari per regalare) un Natale un po' più sapido di quello offerto dalle solite pubblicità stagionali. Distanze è un libro Erickson con copertina rigida della collana Passaggi - Narrazioni per la crescita personale. Con illustrazioni di Cristina Picciolini.


A. Pellai, Distanze, ed. Erickson, 2012, pp. 130, euro 10.

(«Pagina3», 19 dicembre 2012)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano