Ciò che più colpisce e affascina nel dialogo plurisecolare tra la scienza e la religione sulle questioni morali, non è tanto l’irriducibilità delle posizioni o la comune capacità di portare avanti un dibattito trasversalmente alle epoche e agli orientamenti intellettuali e sociali più diversi; ciò che stupisce è il fatto che molto spesso, dopo tanto tempo passato in reciproca compagnia, l’incontro tra scienza e religione continui ad apparire un “dialogo tra sordi”.
Va da sé che le rispettive posizioni sulle questioni etiche, in particolare bioetiche, siano (e fors’anche debbano essere) molto diverse: ciò è frutto non solo
di un diverso metodo utilizzato nel condurre la propria riflessione, ma anche di posizioni iniziali molto distanti. Non è questo a sorprendere. Sorprende invece che si continui a portare avanti interminabili dibattiti quasi senza far caso al fatto che i contendenti sembrino parlare lingue diverse. Pare ogni volta che si cerchi di tenere insieme le mele con le pere, in un miscuglio indecifrabile in cui i conti non tornano mai; sembra, in definitiva, che l’oggetto del discorso non sia lo stesso per entrambi. Si parla dell’uomo, certo; ma sembra comunque sempre che con questa parola ci si rifersica a due entità distinte e incommensurabili.
Merito del libro Teologia morale e scienze empiriche, a cura di Paolo Carlotti e Paolo Benanti (ed. LAS, 2012), è dar conto degli esiti di un Seminario, come quello organizzato dall’ATISM (Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale) ad Assisi, dal 4 all’8 luglio 2011, in cui si sono riuniti uomini di buona volontà di entrambi i fronti (quello della teologia morale e quello delle scienze empiriche, in specie psicologiche), consapevoli di questa incomunicabilità di fondo (inveterata, ma non necessaria) e determinati nel far compiere al dialogo un benvenuto passo in avanti all’incontro tra queste discipline a all’integrazione fra i saperi.
Finisce così l’intento, sottolineato da Carlotti nell’Introduzione, di ricercare «il dialogo con tutte le istanze, anche non confessionali e non religiose, attive nella configurazione del discorso morale, non per avallare o favorire un qualunquismo senza qualità, ma per valorizzare il cammino di ricerca e di approfondimento della verità di ogni uomo e di ogni gruppo umano».
Tra gli argomenti trattati: la Chiesa come educatrice morale; i processi psichici alla base della moralità umana; le istituzioni fra teologia e sociologia; progressi scientifici in materia di stato vegetativo e stato di minima coscienza. Una trattazione corale, con contributi di pregio, a cavallo fra teologia, psicologia, sociologia e neuroscienze.
P. Carlotti e P. Benanti (a cura di), Teologia morale e scienze empiriche. Atti del Seminario dell’ATISM (Assisi, 4-8 luglio 2011), ed. LAS, 2012.
(«Pagina3», 20 agosto 2012)
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