
Licenziamenti facili, disoccupazione alle stelle, prezzi in aumento e incertezza a tutti i livelli. E c’è pure qualcuno che ha il coraggio di dire che le cose vanno meglio
Kenny, che non fa altro che ripetere per quasi trecento pagine che “un rapido aumento dei redditi è sicuramente il Sacro Graal dello sviluppo”, mostrando in definitiva che la sua è più un’idea fissa che una convinzione maturata scientificamente, divaga in speculazioni lapalissiane come “non vi è dubbio che essere poveri faccia male anzitutto alla salute” o “oltre a permettere l’accesso a procedure mediche costose, la disponibilità di reddito consente un più facile accesso a una buona alimentazione e a pratiche di salute preventiva”. Ponendosi l’ambizioso obiettivo (che a posteriori, visto il risultato, è nient’altro che arrogante) di “combattere le visioni del mondo distopiche” e apostrofando come “Cassandre” sia coloro che affermano l’insostenibilità di una crescita infinita, sia coloro che negano l’equivalenza fra tale crescita e la felicità dell’uomo. A questo signore, per cortesia, qualcuno dovrebbe spiegare che sì, è vero, Cassandra profetizzava la sventura e non era ascoltata. Ma aveva ragione. Non va affatto già meglio. Proprio per niente. Però potrebbe. Ne parleremo la settimana prossima.
(«Il Caffè», 30 marzo 2012)
