Convengo che certi libri di psicologia possano essere irritanti per dei genitori che - nonostante ce la mettano tutta per cercare di avere un buon rapporto con i figli - si sentono ripetere che i loro metodi sono antiquati, che non prestano sufficiente attenzione ai segnali del bambino, che trarrebbero giovamento dai consigli dello psicologo ecc. Tuttavia ce ne sono alcuni che, invece di innescare questa reazione, inducono a riflettere sul fatto che nessuno è perfetto (nemmeno il genitore più amorevole), che i consigli possono essere una risorsa e non una sconfitta e che i nuovi metodi non vanno in quanto tali accolti come dogmi, ma valutati secondo le proprie abilità e inclinazioni.
Mi sono imbattuto in tre di questi buoni libri dell’editore Erickson (della collana “Capire con il cuore - Educazione”). Nel primo, Così impari, Gianluca Daffi affronta il dilemma della severità: bisogna imporre regole ferree, pretendendone il rispetto in maniera autoritaria e inflessibile, o recitare con i figli il ruolo (impossibile) del genitore-amico?
L’autore spiega che il comprensibile desiderio di piacere ai propri bambini può essere coniugato con una severità che non sia di ostacolo all’amore dei piccoli, fondata sulla comprensione dei motivi che li spingono a ribellarsi alle regole imposte. Lontana sia dalla severità brutale d’altri tempi, sia dal «buonismo educativo di cui siamo stati vittime in questi ultimi anni».
Similmente, a volte si è preoccupati per il proprio figlio: perché non ha autostima, o ha delle reazioni violente, o ancora ha smesso di andare a scuola o magari ha problemi con il cibo o con il fumo. In una trattazione priva di termini specialistici (chiusa da una sezione di esercizi pratici a cura di Laura Giuliani) Marco Vinicio Masoni (nel suo Sono preoccupato per mio figlio) propone un metodo educativo sperimentato nella sua lunga pratica di consulente, innovativo al punto da sembrare disorientante: l’autore ne è ben consapevole e mette perciò in guardia da applicazioni troppo letterali o poco convinte. Si tratta di un metodo, sottolinea Masoni, non di un ricettario; dove si propone di sperimentare - in maniera simmetrica al libro precedente - una “permissività intelligente”, non banale, che richiede destrezza e allenamento (ma che è alla portata di tutti e promette risultati significativi).
Dimmelo con una fiaba, di Gerlinde Ortner, non propone invece alcun metodo educativo alternativo: è una raccolta di fiabe a tema (ciascuna pensata per una determinata situazione: per un figlio spaventato dai cani, disordinato, disobbediente o che non vuole andare all’asilo) da raccontare a bambini che hanno disturbi comportamentali o con i quali, semplicemente, non ci si riesce a intendere su qualcosa. Il presupposto dell’autrice è che le richieste dei genitori non debbano eccedere le concrete possibilità del bambino e che - soprattutto - vengano formulate in un linguaggio a lui comprensibile. A tal fine «le favole si prestano in maniera eccellente a superare le barriere linguistiche e mentali fra adulti e bambini».
Tre libri con il pregio della chiarezza e della brevità; non per sentirsi inadeguati o “antichi”, ma per riscoprire che non si è mai ababstanza esperti nella difficile arte dell’esser genitori.
G. Daffi, Così impari. Guida alla severità intelligente per genitori e insegnanti, ed. Erickson, 2011, pp. 163, euro 15.
M.V. Masoni, Sono preoccupato per mio figlio. Le risposte dello psicologo, ed. Erickson, 2011, pp. 208, euro 14,50.
G. Ortner, Dimmelo con una fiaba. Migliorare il rapporto con i propri figli, ed. Erickson, 2010, pp. 240, euro 15,50.
(«Pagina3», 5 marzo 2012)
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