A ben vedere, questo escamotage utilizzato dai docenti nel corso dei colloqui con le famiglie, pur utile sul piano comunicativo (per rompere il ghiaccio di fronte a risultati manifestamente deludenti), non lo è affatto sul piano operativo: perché in tal modo i genitori vengono privati della possibilità di approfondire le reali cause dello scarso rendimento del figlio, ma soprattutto il docente si priva a sua volta del contributo all’istruzione del discente che la famiglia potrebbe apportare a supporto del lavoro scolastico.
Il libro di Vittoria Cesari Lusso dal titolo È intelligente ma non si applica. Come gestire i colloqui scuola-famiglia (ed. Erickson, 2010), mette l’accento proprio sull’importanza dell’interazione fra scuola e famiglia all’interno delle dinamiche dell’istruzione:
numerose ricerche confermano che una buona collaborazione tra genitori e scuola è un fattore importante del successo scolastico dei bambini. Tanto più la comunicazione tra genitori e insegnanti è interattiva e partecipativa, tanto migliori potranno essere l’impegno e il relativo rendimento degli allievi.Lo studio nasce da un progetto di revisione delle modalità di comunicazione della valutazione ai genitori nel settore primario della scuola del Cantone Ticino, e riporta la testimonianza di tuti gli operatori protagonisti della scena scolastica. Con l’obiettivo di favorire, nella scuola, la crescita della cultura della comunicazione.
(«Flanerì», 8 luglio 2011)