domenica 12 giugno 2011
R. Luise, Raimon Panikkar. Profeta del dopodomani, ed. San Paolo, 2011
Raffaele Luise ha conosciuto e frequentato Raimon Panikkar per diversi anni. E chi ha conosciuto Panikkar di cose da raccontare ne ha tante. Nasce così - da parecchie settimane di colloqui e decine d’ore di interviste registrate in luoghi e momenti diversi - il libro intitolato Raimon Panikkar. Profeta del dopodomani (ed. San Paolo, 2011), che Achille Rossi, nella Postfazione definisce “un romanzo su uno dei filosofi più atipici e complessi del nostro tempo”.
In verità non è proprio un romanzo, ma un lungo dialogo tra il discepolo e il maestro che si snoda tra l’Umbria, la Spagna, l’India, ciascuna con il suo paesaggio, le sue atmosfere, la sua impronta caratteristica nei colori, nelle forme, nei suoni, perfino nei silenzi. Uno scritto che ricorda in certi tratti lo stile dell’opera di Gibran e ha un sapore vagamente orientale. Che cattura l’attenzione con un’esposizione smaliziata e accattivante, di chi ha scritto molto e bene, ma anche di chi si appassiona scrivendo, raccontando, inanellando e incastrando nomi, fatti, date, pensieri; ne viene fuori un racconto (il dialogo è ovviamente inventato, ma attinge alla bibliografia panikkariana oltre che alle citate fonti personali dell’autore) in cui la vita del filosofo si intreccia alla sua riflessione e dove a tratti sembra davvero di poter assistere alla genesi delle sue intuizioni fondamentali.
Chi non conosce la figura e il pensiero di Panikkar potrà accedervi tramite quest’opera e capire perché secondo l’autore siamo di fronte a un “profeta del dopodomani”, comprendere i motivi per i quali “nel futuro la nostra società dovrà confrontarsi sempre più spesso con il pensiero del maestro” (appellativo del quale Panikkar può realmente fregiarsi, dopo aver ricevuto in Italia, nel 2001, il Premio Nonino “a un maestro del nostro tempo”).
Luise - decano dei vaticanisti RAI e informatore religioso del giornale radio RAI, già inviato di guerra in Iraq, Somalia e Bosnia - ci conduce così tra gli avvenimenti salienti della vita di Panikkar: il rapporto travagliato con l’Opus Dei (e la diceria che Panikkar fosse addirittura il delfino di Escrivà), dai primi entusiasmi alla rottura, l’esperienza da professore in Asia, America ed Europa, spingendosi fino a questioni delicate e su cui finora si era perlopiù taciuto, come il matrimonio civile con Maria e l’adozione della figlia Mariona. Storie innervate dalla speculazione del filosofo, di cui l’autore non trascura nulla, spendendo una parola, un paragrafo, un capitolo per tutto: dal dialogo interculturale a quello interreligioso e intrareligioso, dalla pace alla politica, dal cosmoteandrismo alla scienza e alla tecnocrazia, dal cristianesimo al problema del male. Un ruolo e uno spazio speciale è riservato alla mistica, la capacità di vedere con il “terzo occhio” la profondità della realtà e l’interconnessione di tutte le cose.
Tra citazioni scanzonate («Io penso che sono così fesso che faccio le cose senza perché», dice il maestro nello spiegare all’allievo il rifiuto del Premio Nobel per la pace; si nota qui la deliberata rinuncia dell’autore a mettere le parole del maestro in bella forma, al fine di preservarne l’autenticità e l’immediatezza), momenti di poesia genuina («Un ictus colpì il maestro nel febbraio del 2008, segnando l’inizio di un lento e doloroso declino. [...] Ma è improprio parlare di declino per un uomo che entra nella luce») e qualche espressione un po’ stucchevole (ma che va perdonata: quella del discepolo non è solo ammirazione; il suo è amore), Luise ci consegna un libro ricco di informazioni inedite e che si legge davvero d’un fiato, senza sforzo. Come un romanzo.
R. Luise, Raimon Panikkar. Profeta del dopodomani, ed. San Paolo, 2011, pp. 316, euro 18.
(«Pagina3», 12 giugno 2011)
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