Vi lasciate o mi lasciate? |
Ne parlano Alberto Pellai e Barbara Tamborini nell’agile ma denso Vi lasciate o mi lasciate? (ed. Erickson). I genitori, spesso affranti dal dolore individuale per la perdita di ciò che consideravano in qualche modo prezioso o anche irrinunciabile, rischiano involontariamente di sottovalutare o trascurare la sofferenza dei figli, magari pensando
erroneamente che “se soffro io, è normale che soffrano anche loro”. Ma c’è un rischio ulteriore da parte degli adulti: quello di fraintendere o di misconoscere la sofferenza specifica dei bambini, assimilandola alla propria o considerandola un “generico senso di mancanza”; mentre si tratta in realtà di qualcosa di completamente diverso e di ben più pericoloso (in psicologia si parla della separazione dei genitori come della “distruzione psichica dei figli”).
Il libro non emette nessuna condanna moralistica; quello degli autori è piuttosto un monito a gestire gli effetti della separazione tra i genitori (e, ancor di più, la guerra più o meno esplicita fra di essi) facendo la necessaria attenzione ai problemi dei figli. La tesi fondamentale del saggio è che non è tanto la separazione a provocare gravi danni ai ragazzi, quanto «la modalità della separazione e lo stato dei rapporti tra i genitori». Un invito a non ritenere impossibile un compito che deve invece esser considerato irrinunciabile: quello di “cooperare nella separazione”. Una fatica necessaria dalla quale i figli possono trarre un grande giovamento.
Il volume esce corredato dal DVD contenente l’episodio della Melevisione dal titolo “I dolori di Nina”. Con la Prefazione di Fulvio Scaparro, Direttore scientifico dell’Associazione GeA-Genitori Ancòra.
(«Pagina3», 28 marzo 2011)