domenica 20 marzo 2011

La Chiesa che non capisco/1

Certe volte non capisco. Non capisco la Chiesa. E questo mi turba. Perché io sono cattolico e la Chiesa è mia madre. È la mia casa. Ed è quella cui chiedo di illuminarmi quando mi sento smarrito. Il fatto di non capirla mi avvilisce.
Mons. Pietro Farina, Vescovo di Caserta, in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria a Giulio Andreotti, senatore a vita, ha dichiarato:
mai conferimento di cittadinanza onoraria a una persona è stato più opportuno e significativo.
Ora va ricordato che Giulio Andreotti è stato ritenuto reo di “concreta collaborazione con esponenti di spicco di Cosa nostra” e solo la prescrizione del reato l’ha salvato dalla condanna definitiva (e dalla carcerazione). Lo sanno tutti. Come
è possibile che un vescovo si esprima con parole di elogio tanto solenni a favore di un cittadino dalla condotta quanto meno discutibile? Non si dovrebbe temere lo scandalo? O quanto meno la confusione nel popolo di Dio, che forse preferirebbe mantenere le distanze da chi collabora con la criminalità organizzata? Ma di certo dev’essermi sfuggito qualcosa.

Mai conferimento di cittadinanza onoraria a una persona è stato più opportuno e significativo.
mons. Pietro Farina, Vescovo di Caserta, a proposito di Giulio Andreotti cittadino onorario di Maddaloni

Più vicino alle nostre latitudini, Monsignor Serafino Sprovieri, Vescovo Emerito di Benevento, afferma senza peli sulla lingua:
ho maggior pietà per un sacerdote pedofilo che che per un prete gay.
Ed aggiunge:
chi commette atti osceni omosessuali da prete é un delinquente canonico, si mette in contrasto sia con la legge naturale che con il diritto canonico e deve essere ridotto allo stato laicale subito e senza alcun indugio. Il prete pedofilo, paradossalmente, non in tutti i casi, è un malato, dunque di lui si deve avere maggior comprensione, rispetto ad un prete gay che é un vizioso, un pervertito che sceglie queste sconcezze spinto da un istinto diabolico e contro ogni scrupolo etico.
Sorvolando sul fatto che la vittima del pedofilo è un bambino, mentre il partner del gay è un adulto consenziente. Tacendo delle conseguenze per il bambino (e del fatto che le vittime infantili di abusi siano quelle che maggiormente disprezzano i ministri della Chiesa). Ma la cantonata non può essere così grossa. Certamente anche qui c’è qualcosa che non ho capito.
Durante la sua visita americana, il Vescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, a proposito dello scandalo Ruby-Berlusconi dichiara:
in ogni uomo c’è anche del bene. [...] Bisogna evitare che venga rappresentata solo una parte dell'immagine, solo la parte ombrosa.
Considerazione che ritengo possa valere per chiunque, perfino per il peggiore dei criminali. Lo si sarebbe potuto dire di Hitler, di Stalin oppure di Riina, di Brusca, di Sandokan. È vero che bisogna giudicare il peccato e non il peccatore. Ma addirittura assolverlo! E poi, dove sta la stigmatizzazione del peccato? Che idea si fa il cattolico - che magari frequenta il confessionale e conosce ben altre bacchettate - di questa morale? Non lo so. Confesso di capirci poco di morale, men che meno di teologia. Di queste cose che vi ho raccontato davvero non ci ho capito niente. Qualcuno me le spiega?

(«Il Caffè», 18 marzo 2011)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano