Con questa citazione del grande regista Francesco Rosi si apre lo studio di Alberto Agosti e Mario Guidorizzi dal titolo Cinema a scuola (ed. Erickson, 2011). Nell’intento di rispondere alla domanda: se si fa oggi un gran parlare di portare il cinema nella scuola, è soltanto perché ormai i DVD costano poco, o c’è dell’altro?Mi chiedo perché la scuola e la TV pubblica non si facciano carico di far conoscere la vera storia del nostro Paese attraverso il cinema. Nessun altro Paese come il nostro ha avuto una cinematografia che ha raccontato la verità di questo Paese come da noi.
Il cinema a scuola
I due autori non si mostrano favorevoli all’introduzione tout court del cinema in aula. Al contrario, ci tengono a sottolineare che un film non è un mero contenuto proiettato su uno schermo (non esistono contenuti privi di una ben determinata forma) e che è illusoria la convinzione che il cinema sia qualcosa di immediatamente fruibile. Ogni forma d’arte
possiede una propria estetica e una propria tecnica, che ne forgiano il linguaggio intrinseco: e ogni linguaggio ha una propria ermeneutica, sconosciuta la quale non si può che rimanere alla superficie delle cose (rischiando addirittura, a volte, un totale fraintendimento).
L’esperienza pluriennale di Agosti e Guidorizzi constudenti di tutte le età (dalla scuola primaria all’Università della terza età) li porta a concludere che il cinema a scuola può non solo arricchire gli studenti dal punto di vista culturale, ma anche risvegliare la componente lirica dell’interiorità di ciascuno. Esperienza condensata in questo libro che esamina 50 film per bambini e adolescenti e, per ogni film, riassume la trama, introduce alla visione e fornisce indicazioni metodologiche per il lavoro in classe.
Il cinema e la matematica |
Di questo e di tanto altro (come ad esempio il contributo della matematica allo sviluppo linguistico-tecnologico del cinema; il modo in cui il cinema ha portato sugli schermi la matematica, la storia della matematica, la vita dei matematici; l’aspetto educativo e didattico della matematica) parlano gli autori in questo interessante lavoro editoriale. Rivolto agli insegnanti, ai cultori di cinema ma anche
a tutti coloro che, pur non essendo né matematici né cinefili, siano però interessati al superamento dell’idea, troppo a lungo coltivata, che esistano due culture contrapposte invece che un unico, interconnesso, sapere umano.(«Pagina3», 15 marzo 2011)