Inesausto di fronte alla colossale impresa di pubblicazione dell’Opera Omnia di Raimon Panikkar in italiano, l’editore Jaca Book riesce a dare alle stampe nel frattempo anche l’agile ma intenso volume R. Panikkar, La religione, il mondo e il corpo. Un libro che - a meno di tre mesi dalla scomparsa del filosofo catalano - ci consegna quattro nuovi saggi sulla religione, di cui uno completamente inedito e tre inediti in italiano.
Il discorso di Panikkar parte dall’esigenza di una conversione delle religioni: ma cosa si intende per “conversione”, in riferimento
alle religioni? Si è soliti pensare alle religioni come a un corpo di dottrine rigido - se non addirittura immutabile - al quale gli uomini possono più o meno convertirsi. Panikkar ribalta questa visione, spiegando che le religioni sono elaborazioni che non si sottraggono alla legge del mutamento e che tanto più hanno bisogno di una trasformazione quanto più - col passar del tempo - aumentano in esse quegli elementi che non sono più in sintonia con la sensibilità umana. Conversione che miri a recuperare l’innocenza dello sguardo verso la fonte eterna da cui la religione nasce, e che non dimentichi che l’obiettivo non è l’accrescimento del numero di proseliti, ma la pace in terra fra gli uomini.
I quattro saggi affrontano rispettivamente i temi della conversione delle religioni, dello studio delle religioni (natura, metodo e sfide della religione), del rapporto tra la religione e il corpo (oltre ogni tentativo di ridurre la religione a una sintesi intellettuale dalle prospettive morali ed escatologiche), della relazione tra la religione e la medicina (attraverso una lettura diacronica e interculturale delle due).
Non si tratta solo di saggi inediti, ma anche di temi inediti (o almeno inusuali) per l’autore, dei quali è difficile trovare traccia nelle opere maggiori. Questa breve antologia va consigliata sia agli studiosi di Panikkar sia a chi desideri approcciare al pensiero sulla religione di un uomo che ha sperimentato in prima persona almeno tre fedi, potendo affermare di sé: «sono partito cristiano, mi sono scoperto hindu e sono ritornato buddhista, senza aver mai cessato di essere cristiano».
(«il Recensore.com», 1 dicembre 2010)
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