Il cinema, fra tutte le forme d’arte, ha sempre goduto di uno statuto privilegiato per ciò che riguarda il suo rapporto con la vita; affronta l’argomento Roberto Gris nel suo recente La pedagogia dei pop-corn. Il cinema come strumento formativo (ed. Erickson, 2010).
Nessun’altra forma d’arte - nemmeno il teatro, con la sua pur millenaria catarsi - ha potuto vantare l’immedesimazione che il cinema genera nello spettatore, talora fino a livelli elevatissimi: alle prime di certi film horror
ci sono stati infarti in sala; similmente, nei primi anni del cinema, molti non riuscivano a raccapezzarsi di fronte alla comparsa sullo schermo di un attore visto morire in una pellicola precedente.
È bene ricordarsi che il cinema, come la letteratura, prima di essere evasione dal mondo è specchio, rappresentazione e modello dello stesso.Il cinema riprende la vita. Ma di più: il cinema ambisce ad ispirarla, modellarla, trasformarla. Il cinema è stato strumento di indottrinamento, veicolo di massa di una ben precisa visione del mondo, molto più della letteratura: per la sua immediatezza, per la sua plasticità nella manipolazione tecnica dei contenuti, per la sua capacità di rivolgersi anche agli analfabeti per la sua abilità nel recare messaggi al di fuori della mediazione del pensiero cosciente.
Qui entra in gioco la pedagogia, la formazione vera e propria:
a questo punto, un soggetto consapevole delle emozioni che il cinema muove in lui e del fatto che il gioco cinematografico è molto sofisticato e tutt’altro che naturale, può vaccinarsi dai rischi di indottrinamento e di fruizione acritica e passiva, passando dalla partecipazione cinematografica alla partecipazione politica (che non è tanto l’adesione a movimenti e partiti politici, quanto la capacità di farsi un’idea e saperla condividere e discutere con altri).Ma chi può dirsi veramente, sufficientemente, tecnicamente consapevole? Quando il cinema è per la massa, la massa ne fruisce a suo modo: cioè senza pensare.
La pedagogia dei pop-corn è un libro sul cinema, ma anche sull’uso (e sull’abuso) che del cinema si può fare per formare le coscienze. Un invito alla cautela, rivolto ironicamente fin dalla premessa:
attenzione! Questo libro contiene idee per trasformare il cinema in un congegno formativo. La riproduzione di queste idee, sia per uso domestico sia in luoghi pubblici, non è vietata dalla legge.
(«il Recensore.com», 2 dicembre 2010)