domenica 10 ottobre 2010

Tutte le religioni sono uguali, ma alcune religioni sono più uguali delle altre

Cosa pensa Panikkar, sacerdote cattolico, delle altre religioni? Il cristianesimo è l’unica religione “vera”? Le religioni rivelate sono “superiori” a quelle cosiddette “naturali”?

(lettera al CIRPIT di Sara A.)
“Sono partito cristiano, mi sono scoperto hindu e sono ritornato buddhista, senza aver mai smesso di essere cristiano”. È una delle più celebri frasi di Panikkar, e una sintesi del suo pensiero sulle religioni: ogni religione (e non solo quelle istituzionali, ma anche tutte le visioni del mondo e dell’uomo, come ad esempio il marxismo) è vera nella misura in cui accede alla Verità delle cose in quanto pars pro toto, cioè al Tutto - dalla sua prospettiva. Il filosofo aggiunge che
il dialogo intrareligioso (cioè quello che un uomo religioso conduce all’interno di se stesso facendo esperienza di più di una religione) è non solo possiìbile, ma fonte di arricchimento, forse addirittura indispensabile (“si dice che non conosca bene una lingua se non chi ne sappia parlare almeno un’altra”, ha scritto in un suo testo). Dunque, non solo tutte le religioni sono vere, ma è cosa buona che l’uomo dialoghi con l’altro, anche in materia religiosa, nello spirito della Lettera Enciclica “Redemptoris missio” di Giovanni Paolo II, 1990, § 85: «cooperare alla missione vuol dire non solo dare, ma anche saper ricevere: tutte le chiese particolari, giovani e antiche, sono chiamate a dare e a ricevere per la missione universale e nessuna deve chiudersi in se stessa. [...] Esorto tutte le chiese e i pastori, i sacerdoti, i religiosi, i fedeli, ad aprirsi all'universalità della chiesa, evitando ogni forma di particolarismo, esclusivismo o sentimento di autosufficienza».
Da questo punto di vista, non ci sembra di poter concordare con Claudio Tugnoli, il quale afferma (nella recensione dal titolo “Raimon Panikkar: pace e interculturalità”) che «ancora una volta, Panikkar assegna alla cultura occidentale un compito che riconferma in qualche modo la grandezza e la superiorità della sua matrice cristiana. Infatti solo nei Vangeli si fa scienza e carne quella forza dello Spirito che affronta e supera l’inerzia della storia». Non è stato possibile rintracciare in Panikkar alcuna idea del genere; la quale, a dir la verità, sembra in completo contrasto con tutto il suo pensiero, in primo luogo con la sua idea fondamentale di pluralismo. In definitiva, a nostro avviso Panikkar non assegna nessun compito particolare alla cultura o alla filosofia occidentale, né tanto meno al cristianesimo; la sua filosofia è imparativa, nasce dal dialogo dialogale (che è sempre paritetico), e punta ad un arricchimento che è sempre reciproco (ciò che Panikkar esprime parlando di “mutua fecondazione”). Insomma, non ci sono né migliori e peggiori, né primi tra gli uguali. Né ancora – ci si passi la battuta – ci sono tra gli uguali alcuni che sono più uguali degli altri.

(«Bollettino CIRPIT», n° 1, supplemento di settembre 2010)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano