Detesto essere profeta di sventura; soprattutto - in barba ad ogni prescrizione proverbiale - in patria. Ma stavolta, mio malgrado, avevo proprio indovinato, scrivendo su queste pagine:
[il Garigliano] diventerà una nuova centrale nucleare con annesso deposito di scorie non in sicurezza, i tumori continueranno ad aumentare. Mazzuca [commissario di governo della SOGIN] e Zinzi daranno la colpa al governo nazionale; il governo dirà che l'ha fatto malvolentieri ma che era necessario.Ebbene, accade che - con la complicità delle prime ferie e del forte caldo estivo - giunga la dichiarazione del sottosegretario allo sviluppo Stefano Saglia:
non essendo cambiato nulla nel panorama geologico e geografico italiano, i luoghi più adatti alla costruzione delle centrali, rimangono più o meno quelli di sempre.Ovvero: Trino Vercellese, Caorso (Piacenza), Latina, magari Montalto di Castro (Viterbo). E, ovviamente, il Garigliano (Caserta).
Sparata talmente a freddo da suscitare un’ondata di proteste, che ha costretto il sottosegretario quantomeno ad una (ahimé inutile) precisazione:
non è escluso che le future centrali nucleari italiane possano sorgere negli stessi siti in cui si trovavano le vecchie centrali del passato, ma questo non significa dire che le centrali andranno automaticamente lì.Come dire: cominciate ad abituarvi all’idea, perché tanto così va a finire. Al che anche Legambiente chiede spiegazioni, dicendo in sostanza: “prima sbandierate ai quattro venti che a Caserta non se ne farà niente, poi ci piazzate di colpo tra i primi candidati”. Ad oggi, pare non sia pervenuta alcuna risposta.
Ora, poiché non ho facoltà divinatorie né malaugurali, non resta che la terza ipotesi: era tutto fin troppo prevedibile. Ecco come vanno le cose: i tecnici danno il loro parere, ma alla fin fine eseguono gli ordini della politica; i politici locali proclamano che si ergeranno a tutela del territorio e dei cittadini, ma alla fin fine eseguono gli ordini della politica nazionale; i politici al governo dichiarano di fare tutto nell’interesse degli italiani, ma alla fin fine sono costretti a fare quel che fanno dalle esigenze europeo-economiche-energetiche. Insomma, nessuno ha colpa di niente, tutto è ineluttabile. Soltanto il 25 luglio il sindaco di Sessa Aurunca, Di Meo, festeggiava, come riportato da “Buongiorno Caserta”: «addio al nucleare, premiato il nostro impegno. Sessa chiuderà le porte ad una nuova centrale nucleare e ad un ipotetico deposito di scorie. Il “no” definitivo arriva dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani». Altro che definitivo, non ha passato neanche la settimana. Questa è l’Italia, questa è Caserta, questa è la storia quando si parla di nucleare.
E queste sono le notizie di oggi. Proprio così. Tutto come previsto.
(«Il Caffè», 24 settembre 2010)