Quella di Israele è infatti la notizia della settimana. Ne parlano tutti i giornali, Giuliano Ferrara dedica all’argomento il suo editoriale "l’arcitaliano", su «Panorama» di sabato scorso. Continuando a sfogliare lo stesso settimanale, mi sono imbattuto più avanti nella pubblicità del turismo in Israele qui riportata.
Lo slogan è:Israele. Un Paese, un altro mondo.
Mentre ancora si parla dei morti della nave turca "Marmara"; ancora si parla del rifiuto da parte di Israele del visto di ingresso a Noam Chomsky, il 16 maggio scorso (Amira Hass ha riportato un gustoso aneddoto sull’«Internazionale» del 21 maggio 2010, n° 847, p. 25: di fronte all’imbarazzo dell’ispettore di confine costretto a eseguire l’ordine di sbarrare la strada all’eminente intellettuale americano, cui la guardia ha chiesto timidamente se fosse mai stato fermato in passato, Chomsky ha risposto "Sì, sono già stato bloccato a una frontiera, nel 1968, quando volevo andare a trovare Alexander Dubcek agli arresti domiciliari dopo la primavera di Praga"); ancora si parla del tentativo di linciaggio di Ury Avnery, 87enne pacifista israeliano, il 6 giugno.
Senza nessuna considerazione di buon gusto, di decenza, di opportunità, «Panorama» asseconda la moda italiana dell’andare controtendenza. È proprio vero: questa è roba dell’altro mondo. («AgoraVox», 8 giugno 2010)
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