martedì 25 maggio 2010

Un governo anticostituzionale. Intervista a Pancho Pardi, 4 maggio 2010

Francesco Pardi, detto Pancho, è un politico e uno scrittore italiano. Attualmente senatore della Repubblica nelle file dell'Italia dei Valori, nonché professore associato di urbanistica presso l'Università di Firenze, collabora con i quotidiani «l'Unità» e «il manifesto» e con le riviste «MicroMega» e «Rinascita». Precursore del movimento politico dei "Girotondi", è autore del libro La spina nel fianco (ed. Garzanti). Sito internet ufficiale: http://www.panchopardi.it/.

Il Piano di Rinascita Democratica concepito dalla loggia massonica P2 teorizza la conversione della democrazia formale in una sorta di autoritarismo legale basato sui mezzi di comunicazione di massa. E Berlusconi, tessera P2 n° 1816 e detentore della più grossa concentrazione di media del Paese, è oggi a capo del governo italiano.
Secondo una ormai classica battuta Gelli avrebbe rivendicato il copyright dei governi Berlusconi. Ha ragione, ma ormai il piano di rinascita democratica della P2 è passato da due decenni. La gravità dei governi Berlusconi non sta principalmente nel suo adeguamento a quel piano. Sta nel fatto che esiste e fa ciò che vuole. Se poi questo corrisponde a quell'antico piano è ormai secondario. Insomma la gravità insostenibile e anticostituzionale dei governi Berlusconi sarebbe intera anche se Gelli non fosse mai esistito.

Che influenza ha avuto - e ha tutt'oggi - la massoneria sulla politica?
Direi che è pervasiva e incisiva. E, in virtù della parziale segretezza, subdola.

Lo Stato dichiara tutti i giorni guerra alla mafia e alla criminalità. Mai alla massoneria. Perché?
Per i motivi di cui sopra. Non tutti i massoni sono potenti, ma molti potenti sono massoni.

Alcuni punti del Piano, secondo qualcuno, si sarebbero già realizzati (ad esempio, lo svilimento della RAI TV a favore delle entarteinment-tv di Mediaset). Se è così, di chi è la colpa?
Della classe dirigente di centrosinistra che non ha mai voluto e saputo capire il pericolo, non lo ha mai fronteggiato con la decisione necessaria, lo ha assecondato con un atteggiamento imbelle e rinunciatario.

Gelli - lo commentavamo prima - ha affermato che Berlusconi sta attuando il suo Piano alla perfezione. Il nostro Presidente del Consiglio non solo non ha smentito, ma ha aggiunto: "stando alle sentenze dei tribunali della Repubblica, essere piduista non è un titolo di demerito". Cosa ne pensa?
Ecco la rivendicazione del copyright. Ed ecco Berlusconi che cita la magistratura solo quando gli fa comodo. Ma in un lontano processo a Venezia aveva mentito al giudice sulla sua appartenenza alla P2 ed era stato condannato per falsa testimonianza. Condanna subito cancellata dall'amnistia di Cossiga. Che dire? L'affermazione di Berlusconi sull'affiliazione che non costituisce demerito è ormai una delle sue meno gravi e clamorose, se la paragoniamo al florilegio delle sue battute abituali che rivelano un costante atteggiamento eversivo e anticostituzionale.

(«l'Altrapagina», maggio 2010)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano