venerdì 4 dicembre 2009

M. Carrara (a cura di), Omaggio a Raimon Panikkar, ed. Jaca Book, 2009

I mistici nelle grandi tradizioni. Omaggio a Raimon Panikkar (ed. Jaca Book, 2009) riprende i contributi di molti degli studiosi di ogni parte del mondo che hanno partecipato Convegno Internazionale tenutosi dal 5 al 7 maggio 2008 a Venezia, in occasione del novantesimo compleanno di Raimon Panikkar, filosofo catalano e teologo del dialogo interculturale.
Due sono le cose che rendono l’uomo ciò che è: la consapevolezza di essere uomo e, al tempo stesso, il non sapere che cosa ‘uomo’ sia,
spiega Panikkar. Ciò che caratterizza l’uomo è il suo essere rivolto verso la realtà, aperto al suo mistero; per questo l’uomo ha religione, mentre le altre creature non l’hanno. Religione non è credenza in una particolare dottrina, né affezione per una certa immagine mentale della divinità; religione è percezione di quella trascendenza che chiama a sé, senza che sia mai possibile afferrarla, che si offre proprio nel momento in cui si nasconde e si ritira. In questo la religione è mistica, cioè percezione di quella dimensione della realtà che sfugge alla ragione ma che pur è possibile incontrare nell’esperienza. Perché la mistica non è affatto bagliore accecante o rivelazione sovrannaturale; essa è al contrario di un’intima immanenza, è l’esperienza dello spessore e della profondità delle cose, che è in un certo senso “oltre” le cose, ma non “al di fuori” di esse. Mistico è chi è in grado di vedere nel seme la rosa fiorita, senza conoscere il come della fioritura, ed è capace di gioire della rosa fiorita, senza che tale gioia abbia un perché. Il mistico, il religioso, il saggio convergono in questo punto.
Nel libro viene tematizzata la presa di coscienza di se stesso da parte dell’uomo in una prospettiva storico-evolutiva: si inizia con il misticismo cosmico naturale degli aborigeni australiani e si finisce con la filosofia della mistica, passando per le religioni abramitiche, il buddhismo giapponese, il taoismo cinese, la mistica moderna di Gandhi e Teilhard de Chardin. Con due precisazioni: che i termini “inizio” e “fine” tracciano un percorso del pensiero, ma non stabiliscono alcun progresso reale paragonabile all’accumulazione di un sapere; sono descrittivi di un processo, non di una gerarchia. Inoltre, gli stessi termini “inizio” e “fine” vanno presi in senso lato: così come l’inizio vero e proprio dell’umanità nella storia si perde nella notte dei tempi al di là di ogni storiografia e di ogni mitologia, allo stesso modo non c’è mai veramente fine all’esperienza umana.
Il volume è arricchito da un DVD che riprende gli interventi di Panikkar al Convegno, ma anche nella Basilica de’ Frari e nel cortile di un albergo veneziano (intervista inedita in inglese, con sottotitoli in italiano). Il filmato contiene inoltre un intervento di Milena Carrara, curatrice del volume e dell’Opera Omnia di Panikkar in italiano, sempre per i tipi della Jaca Book.

(«il Recensore.com», 4 dicembre 2009)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano