Roma 1867: Porta Pia, accesso allo Stato Pontificio, sede di quel regno temporale che tanto scandalo desta fra i cittadini romani, è ancora intatta. Verso le sette e mezza del 22 ottobre, due anarchici «poverissimi, [...] cattolici devoti, rispettosi del Papa e della sua autorità spirituale», Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti, danno luogo a un attentato dinamitardo alla caserma Serristori degli zuavi pontifici: il boato si avverte fino a Trastevere.
Intorno a questo episodio è costruito l’ultimo libro di Claudio Fracassi, già direttore del quotidiano «Paese sera» e del settimanale «Avvenimenti», dal titolo La ribelle e il Papa Re. Fracassi fa muovere sul palcoscenico della narrazione, con ordine e armonia, e tuttavia riuscendo a riprodurre l’atmosfera concitata ed eccitata di quei tempi di fermento insurrezionale, una galleria di personaggi affatto diversi – dal muratore al nobile romano, al prelato – che si esprimono in maniere diverse – chi comunica tramite bigliettini stringati, chi tramite messaggi in codice, chi ancora parla nei dispacci ufficiali e chi invece si confessa a voce al proprio compagno o al passante occasionale – ma che, non di meno, convergono tutti insieme – ognuno dal proprio lato della barricata – nello scrivere la pagina storica di quella tumultuosa giornata, i cui eventi si concluderanno solo tredici mesi più tardi, con la condanna a morte dei due attentatori.
Tra i personaggi vi sono i grandi della Storia, Garibaldi, Bismarck, Napoleone III, Mazzini, Crispi; ma non meno avvincenti sono i gesti, i modi, i sussurri di quelli più “piccoli”: come ad esempio Vittorio Ferrari, liceale di Udine, ardente del sogno rivoluzionario ma alla cui gioventù e inesperienza pesano tanto la baionetta quanto la pioggia che “infradicia le midolla”. O come Lorenzo Ilarione Randi, capo della polizia pontificia al momento dell’insurrezione, che più tardi – anche per i meriti maturati in quella circostanza – verrà creato cardinale.
Ma su tutti spicca Giuditta Tavani Arquati, protagonista di questa storia, donna “di bellissimo aspetto”, politicamente molto attiva, che si occupava del collegamento fra i patrioti garibaldini e liberali e i romani già pronti a insorgere. Sullo sfondo, mai direttamente visibile ma onnipresente quanto nessun altro, Pio IX, il “Papa Re”, e il suo enorme potere, spirituale e mondano. Uomo che poté negare la grazia richiesta ai due condannati a morte con una motivazione a posteriori quanto meno «singolare», confidata a un sacerdote a lui vicino: «avrebbe fatto loro la grazia, ma per il meglio della loro anima avea creduto meglio negarla. E veramente fu un’ispirazione di Dio, giacché dopo solo qualche anno, entrando l’esercito italiano qui a Roma, e liberati i politici, costoro sarebbero stati considerati come eroi dell’indipendenza italiana e sublimati, e cogli onori e con larghe ricompense del tutto guasti e corrotti» (p. 10).
Scritto con uno stile leggero ma incisivo e fedele alla documentazione archivistica, La ribelle e il Papa Re è il racconto avvincente di una bella pagina della nostra storia, ma è al contempo la condanna di un certo cristianesimo ancora ben presente e operante ai nostri giorni, che – ora come allora – di fronte al mendicante con la mano tesa, piuttosto che elargire l’elemosina preferisce sentenziare: “beati i poveri!”. Cui ben si addice l’ironia tipica dei vent’anni del Tognetti il quale, di fronte a monsignor Pagni, venuto in carcere a leggere la sentenza e a comunicare che il Papa aveva rifiutato la grazia ma recava loro la sua apostolica benedizione, sbottò: “Il Santo Padre ci vuole molto bene! Per farci arrivare più presto in paradiso, manda il boia ad aprirci la porta!”
(«l'Altrapagina», maggio 2009)
Modulo di contatto
Etichette
aforismi
Alex Zanotelli
altrui cose
Ambiente
Bambini
Bauman
Bellet
biografia
Brunetta
Bullismo
C'è un sole che si muore
Carlo Sini
Cinema
Claudio Fava
Claudio Fracassi
ControCorrente
Daniele Sensi
Desaparecidos
Diego De Silva
Dio perverso
Dipendenze
disabilità
don Andrea Gallo
don Luigi Merola
don Paolo Farinella
e-book
Economia
Educazione
Ennio Remondino
esercito
Etica d'impresa
eventi
Facebook
Fantascienza
Filosofia
Filosofia della scienza
Foto
Fumetti
Galapagos
Geografia
Giochi
Giulietto Chiesa
Giuseppe Miserotti
Giuseppe Onufrio
Goffredo Fofi
guerra
Guerra e pace
Hegel
Heidegger
i piccoli
Idiosincrasie
Il Partito dell'Amore
il telefonino
Illich
Immigrazione
In che mondo viviamo
Incendi in Russia
Internet
L'azzardo del gioco
L'economia come la vedo io
La Chiesa che non capisco
La guerra è guerra
La piaga del nucleare
La verità cammina con noi
le cose si toccano
Letteratura
lettere
Levinas
Libertà di stampa
Linguaggio e realtà
Luciano Gallino
Luigi Zoja
Mafia
Malainformazione
manuali
Marx
Massimo Cacciari
Massimo Scalia
Massoneria
Matematica
Maurizio Torrealta
Mondo
Morin
Musica
My Last Slating
Noir&Giallo
Novità
Nucleare
Pancho Pardi
Panikkar
Paolo Scampa
Parcheggiatore abusivo
pedagogia
Pietro Barcellona
Pippo Civati
Pirateria somala
poesia
Politica
psicologia
Pubblicità
Racconti e poesie
Religione
Riccardo De Lauretis
Roberto Carboni
Scienza
Scuola
Scusi può ripetere?
Sergio Manghi
Società
sport
Stefano Santasilia
Storia
Teatro
Tecnofollie
Tonino Drago
Vincenzo Pepe
Virtù del pubblico - Vizi del privato
Vito Mancuso
War
Powered by Blogger.