martedì 26 settembre 2017

P. McGrath, La città fantasma, ed. Bompiani, 2007

New York, fine del diciottesimo secolo. Le truppe britanniche sono appena sbarcate e dopo i primi scontri, che hanno visto Washington e i suoi disastrosamente perdenti, gli Inglesi hanno preso il controllo della zona. In città vige la legge marziale, e dalla forca all’esterno della prigione c’è sempre qualche ribelle penzolante, a ricordare qual è la fine che fa chi non si allinea al nuovo corso. Lui - che, dopo la morte del padre, ha preso a badare alla madre e ai suoi due fratelli - si accorge che la città puzza come non mai e che l’ombra del degrado si sta stendendo su ogni aspetto dell’esistenza. Eppure, anche quando le cose sembrano mettersi nel peggiore dei modi, spunta sempre, non si sa da dove, un ufficiale su una fiera cavalla baia, pronto a dare una mano… Noah van Horn è diventato ancora più cupo e burbero dopo la morte della moglie: quando si è a capo di una grossa impresa, non si può essere molli, soprattutto nell’educazione di quei figli destinati a portarla avanti. Ma Julius, ultimogenito e unico maschio, non è affatto portato per gli affari, come ben sanno le tre sorelle maggiori: la sua vera vocazione è l’arte… Dan è stato scosso - come tutti - dal crollo delle Torri gemelle. Ma quello che lo scuote più di ogni altra cosa, da sempre, è il rapporto con la madre, che oggi non c’è più, ma che rischia di influenzare ancora le sue relazioni con l’altro sesso...
Questo splendido libro è composto da 3 racconti lunghi: “L’anno della forca”, “Julius” e “Ground Zero”, ambientati nelle colonie americane che pian piano diventano Stati Uniti, all’epoca della guerra d’indipendenza, della guerra di secessione e del crollo delle Twin Towers del 2001; la cui protagonista unica, ma vista ogni volta da una prospettiva diversa e nuova, al di là dei personaggi che - pur nella loro presenza massiccia, per lo spessore psicologico tipico dei lavori di McGrath - popolano le storie, è la città di New York: “città fantasma”, che sembra non comparire mai direttamente, sempre sullo sfondo, quasi relegata o destinata all’oblio… mentre affiora prepotentemente, pagina dopo pagina, che sono gli uomini - sobillati, determinati, a volte schiacciati dalla sua anima unica: quella dell’ansia dell’emergere nella competizione economica e sociale, associata a quella della libertà a tutti i costi, anche quelli troppo alti - a essere destinati all’oblio e a una vita di sottofondo. Magistrale il più lungo dei tre, storia di una vicenda familiare nalla quale anche la più insignificante e apparentemente innocua delle circostanze finisce per sfociare in un dramma imprevedibile e di lancinante intensità. Tre gioielli che ci mostrano che il genio di McGrath - quello dei romanzi, Follia su tutti - è ben presente anche nel più breve dei suoi scritti.


P. McGrath, La città fantasma, ed. Bompiani, 2007.

(«Mangialibri», 26 settembre 2017)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano