«Le radici, secondo i più, si trovano nel passato. In questo modo pongono un'ipoteca sul soggetto e il suo avvenire, perché il passato è stato una volta e per sempre. Con una sinistra operazione della speranza sferro un montante al fegato e un gancio al volto di questi "più". "Le radici - li convinco mentre sono al tappeto - sono nel futuro come nel passato, perché ciò che siamo non dipende solo dal tempo trascorso, ma anche dalla rappresentazione che abbiamo di noi nel tempo che ancora deve venire. In questo momento - dico loro - la vostra identità è più segnata dai colpi che avete subito, o dal fatto che non vi rialzerete?"»
Saggio? Silloge? Antologia? Romanzo? Il lavoro di Idolo Hoxhvogli, autore italo-albanese poco più che trentenne, dal titolo Introduzione al mondo, fulmina e sconcerta: per l'originalità, ma anche per l'eterogeneità dei contenuti (si va dalla riflessione filosofica allo schema grafico, dal racconto breve e brevissimo all'esposizione in termini di logica simbolica). Opera tripartita ("La città dell'allegria"; "Civiltà della conversazione"; "Fiaba per adulti") per la cui interpretazione si potrebbero scomodare tanti illustrissimi nomi, da Kafka a Sartre. Ma probabilmente la cosa migliore - e più vicina all'intenzione originaria - è quella di non interpretare, ma di leggere; ruminando il contenuto fino ad estrarne il suo distillato - che, pur teoretico, si colloca agli antipodi del discorso accademico: non è mare quello pensato, studiato, classificato... ma solo quello che bagna (e in cui ci si può bagnare). Questa Introduzione al mondo non è intesa qui né come mappa, né come manuale, né ancora come metodo: bensì come invito, esortazione a mettersi in gioco, in prima persona, e a fare la propria parte. Come lettori, come cittadini. Come uomini. Uno dei brevissimi aneddoti riportati, recita: «C'era una volta un commerciante. Insinuò che andassi in giro con un coltello. Ero solo un bambino. Non sapevo neppure tagliare il pane» (p. 32). Si può intenderlo come invito alla tolleranza, al superamento del pregiudizio. Oppure no. Ma il punto è che sembra dire, nella sua fibra, che non possiamo restare neutrali. Tutto il libro è così. Ciò che si presenta ancora più evidente a (p. 97): «[...] Il lettore non serberà astio verso l'autore di questa possibile storia. Non è l'autore che la scrive, ma l'autore che la vive». Insomma: la verità non risiede nel periodo in cui la si contempla, ma nel momento in cui la si fa. Un testo per il quale si potrebbe forse usare il termine "surreale" (comunque non sempre allo stesso modo e con la stessa intensità - altre volte è divertente tout court), proprio nei punti in cui maggiormente viene affrontato in presa diretta il tema del reale. Bello, immediato e interessante. Da tenere presente.
Idolo Hoxhvogli, Introduzione al mondo, ed. Orientexpress, 2015. Con la Prefazione di Sonia Caporossi e un'intervista conclusiva all'autore di Lorenzo Spurio. (Il libro è recensito relativamente alla sue seconda edizione [2015] da parte di Orientexpress; la prima edizione, 2012, era di Scepsi & Mattana).
(«Pagina3», 19 luglio 2016)