sabato 20 giugno 2015

L. Morri, La vita filosofica e i più, ed. Il Prato, 2015

«[Nei Dialoghi di Platone] non trascorrono l'uno acanto all'altro insensibilmente, non si appagano di un'innocua manifestazione di pensiero, la quale, al più, costerebbe loro la lieve fatica di ripetere una sequenza di parole. Al contrario, essi infrangono il cerchio chiuso delle idee formulate nella propria testa (idee per esprimere le quali chiunque potrebbe affidarsi tranquillamente alla stesura piana e monologica di un trattato) e prendono a dialogare. Qualcosa, infatti, li blocca l'uno davanto all'altro, avvincendoli per lungo tratto e trascinandoli a rivelarsi reciprocamente,, ossia a far parlare non delle tesi, ma se stessi»


I Dialoghi di Platone come opera originale nell'intento, oltre che nella forma e nel contenuto: un invito a partecipare all'esperienza dei personaggi in gioco, facendola propria. In sintonia con gli studi degli ultimi decenni sul rapporto tra teoria e prassi (non nel senso marxiano di utilizzo della teoria filosofica ai fini della trasformazione della società; bensì - nella direzione indicata da autori come ad esempio il francese Pierre Hadot - nel senso del recupero dell'ispirazione fondamentale della filosofia delle origini, per la quale filosofare era tutt'uno con il divenire saggio), il libro di Morri propone un approccio che non "disincarni" il pensiero da chi lo esercita. Un esercizio di concretezza che andrebbe meditato e proposto alla base di ogni corso scolastico di filosofia.


L. Morri, La vita filosofica e i più, ed. Il Prato, 2015.

(«Pagina3», 20 giugno 2015)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano