Casa Cardillo è sottosopra: c’è il matrimonio della figlia di don Pinuccio ’o cavaliere e loro non possono mancare. Anzi: per niente al mondo salterebbero l’evento malavitoso più glamour dell’anno. Già, perché i Cardillo sono agli occhi di tutti una normale famiglia di Detroit, di quelle dalla casa con giardino e tutto quanto: solo che il cortile del retro è minato (sai com’è, l’antifurto non è mai abbastanza sicuro) e Tony, il capofamiglia, porta sempre una pistola con sé (“Ma perché ha la pistola?” si chiedono i vicini, senza riuscire a trovare una risposta convincente). I preparativi fervono e l’Italia li aspetta; ma intanto a Mary, la moglie di Tony, donna che meglio di definirebbe “abbondante” anziché semplicemente “prosperosa”, il vestito non entra; forse quel viaggio non sta iniziando nel migliore dei modi. Semplici contrattempi… o c’è da aspettarsi il peggio?
Se il tema della mafia è sempre di moda, ultimamente lo è ancor di più quel genere che intende fare la caricatura delle maniere, del linguaggio, dello stile di vita dei mafiosi, di cui Pino Imperatore (con ogni probabilità richiamato non a caso nella prima pagina, nel nome del cavaliere e nel cognome da nubile di “Mary Cardillo, nata Imperatore”) è esponente di rilievo. Una “mafiàba” l’ha definita l’autore, con l’esplicito intento di divertire, nella convinzione che “l’unica cosa seria, ormai, sia l’umorismo”. L’azione si svolge tra strafalcioni e grossolanità, e i “gangster” vengono irrisi e sbeffeggiati (insieme alle loro chiassose e pacchiane famiglie) da tutte le angolazioni. Forse è l’ultima risorsa di un popolo - anche se il problema non è solo del sud Italia - che ha cercato di sconfiggere la criminalità organizzata in tutti i modi e (finora) ha sempre fallito: non potendo liberarsene, almeno li si prenda per i fondelli. Flavio Pagano ha ricevuto il Premio Elsa Morante nel 2011.
F. Pagano, I tre giorni della famiglia Cardillo, ed. Piemme, 2014, pp. 294, euro 13,50.
(«Pagina3», 27 settembre 2014; «Mangialibri», 8 ottobre 2014)
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