martedì 18 marzo 2014

Parcheggiatore abusivo/7

Abbiamo tanto parlato su questo giornale del parcheggiatore abusivo: non è il caso di citare nuovamente le sue “prodezze”, arcinote a tutti noi, soprattutto ora che il fenomeno si è esteso all’intera Italia e non c’è ormai giornale locale (e talvolta nazionale) che non ne faccia periodicamente menzione.
Ma della gente stanca no; non ne abbiamo mai parlato. Della sua rabbia di fronte alla difficoltà di agire, nemmeno. Ancor meno abbiamo parlato di come ci si organizzi spontaneamente, qua e là, in tanti modi diversi, per ribellarsi a questo odioso sopruso.
Lo sdegno e la protesta cominciano a diffondersi in rete: su FaceBook nasce il gruppo “Posteggiamo i Posteggiatori”, che conta oltre 10.000 iscritti e distribuisce a Palermo volantini contenenti messaggi come “I posteggiatori abusivi estorcono denaro anche di fronte agli ospedali e ai cimiteri” oppure “Un posteggiatore abusivo guadagna mediamente tra i 1.800 e i 3.000 euro al mese”. Sempre su FaceBook il più violento e discusso gruppo “Butta sotto un parcheggiatore abusivo” incita ironicamente a farsi giustizia da sé (iniziativa dalla quale - ancorché ironica, appunto - prendiamo le distanze e invitiamo a non seguire; in questi casi è facile farsi prendere la mano e ci vuole un attimo per passare dalla ragione al torto - anche se l’idea è di per sé un sintomo eloquente del grado di esasperazione cui si è giunti).
Ancora in rete diventa sempre più famoso (e meritatamente: è splendido) il video “The Parker - Il parcheggiatore abusivo”, vero e proprio corto d’autore (scritto e diretto da Francesco Ebbasta, per la produzione di the jackal e fanpage.it) in cui automobilista e parcheggiatore si danno battaglia nelle vie buie della città per i proverbiali “due euro a piacere”, con inseguimenti a tutta velocità ispirati a Twilight e un finale visionario.
Per le strade, invece, ognuno fa quel che può: un cittadino fa arrestare un parcheggiatore a Fuorigrotta, denunciandolo per estorsione; un altro, a Mazara del Vallo, registra la conversazione, che si chiude con l’immancabile minaccia:
Spero che vi distruggano la macchina, così penserete: “se avessi dato quell’euro…”
Il tutto mentre a Napoli i parcheggiatori abusivi sequestrano addirittura un’intera via (appena sgomberata), la Rua Catalana (zona piazza Bovio), adibendola a parcheggio, con oltre 400 auto parcheggiate abusivamente che impedivano il passaggio, perfino quello pedonale.
E la politica? Qualcuno in internet si scaglia contro la Cassazione, la quale ribadisce che “l’attività di parcheggiatore abusivo non è reato”. Ma non è colpa della Cassazione, che applica impeccabilmente la legge; è colpa del legislatore, che non ha ancora capito che il parcheggio abusivo è sempre reato, perché la minaccia di danneggiare l’auto è ormai implicita nella semplice presenza in loco: il solo fatto che ci sia uno sconosciuto fermo in piedi al centro di un’area di parcheggio, oltre che inquietante, costituisce di per sé un tentativo di estorsione. Si è fermi a una petizione popolare avviata dal PD di Pozzuoli, rimasta per ora senza alcun riscontro; mentre, sul piano nazionale, il deputato Catanoso Genoese ha proposto una modifica al Codice della strada che prevede l’arresto e la reclusione da 6 mesi a 2 anni per il parcheggiatore abusivo recidivo (il progetto di Legge, n. 1824, è visibile all’indirizzo http://goo.gl/RWLp2y).
Intanto c’è chi non intende aspettare e scrive un’applicazione per dispositivi mobili (già disponibile su piattaforme Android, Windows e iOS): con “iParcheggiatori” è possibile verificare se ci sono parcheggiatori in una certa zona e segnalarne a propria volta la presenza; si è in attesa di una successiva versione, che possa utilizzare questi dati per informare automaticamente le forze dell’ordine. Insomma, con quello che costa la RC auto in Campania, la gente ha intenzione di continuare a prendere la macchina; ma stavolta in libertà. La battaglia è appena cominciata.

(«Il Caffè», 14 marzo 2014)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano