sabato 25 gennaio 2014

Ritratti: Enrico Berlinguer

Berlinguer è una figura del tutto fuori dall’ordinario, comunista ma moderato, comunista ma contro il Comintern, fedele ai suoi ideali ma deciso a interrompere la sudditanza del PCI da Mosca, comunista ma di spirito e di cultura liberal-democratica. Si era mai visto un comunista così apparentemente contraddittorio?.
Casa per casa, strada per strada. La passione, il coraggio, le idee di Enrico Berlinguer, opera prima di Pierpaolo Farina (ed. Melampo) si apre con questa affermazione di Eugenio Scalfari, che firma la Prefazione. Come l’uomo cui è dedicato, anche questo libro è fuori dall’ordinario, frutto della passione che l’autore - giovanissimo blogger e studente di Scienze politiche all’Università di Milano - ha cominciato a nutrire anni fa ai tempi del liceo. Dal progetto di una tesina per la maturità, Farina ha cominciato a raccogliere tematicamente i tanti scritti di Berlinguer sparsi in ogni dove; ha dato vita ai blog enricoberlinguer.it (che oggi conta oltre 300.000 iscritti), poi a Qualcosa di sinistra.it. Oggi il suo libro ponderoso ci mostra Enrico Berlinguer nelle sue tante sfaccettature: a partire da ciò che diceva di sé (“Volevo fare il filosofo” disse ad Oriana Fallaci nell’80) e da ciò che gli altri dicevano di lui (nelle testimonianze di Benigni, che lo prese in braccio; di Montanelli, che considerava il suo programma “basilare per il futuro democratico del Paese”, e ancora di Giorgio Bocca, Italo Calvino e tanti altri), fino alla “questione morale”, al rapporto con le donne e i giovani, al compromesso storico.

«Non metterò mai in gioco l’unità del partito. Se il passo dell’avanguardia è troppo veloce bisogna rallentare; se il passo della retroguardia è troppo lento bisogna cercare di affrettarlo; ma all’appuntamento con la democrazia compiuta dobbiamo arrivare tutti insieme».
Enrico Berlinguer

Berlinguer era un uomo “fuori dall’ordinario”, dicevamo; che piaceva a tutti, tanto a sinistra quanto al centro e perfino a destra, per la sua “immacolata onestà” (Montanelli); uno di quegli uomini che non solo, al passar del tempo, non si smette di ammirare, ma soprattutto che non si smette di rimpiangere. Alla sua morte il grande storico inglese Eric J. Hobsbawm ha scritto (lo leggiamo qui a p. 68): «Enrico Berlinguer, così improvvisamente e tragicamente scomparso, lascia ai suoi successori una base solida per affrontare i problemi del futuro». Chissà cosa deve aver pensato guardando quello che è venuto dopo.
Enrico Berlinguer è stato l’ultimo politico italiano dal quale mi sia sentito rappresentato. Ma io non faccio testo, sono un uomo del millennio passato. Quello che conta è che la sua figura politica, intellettuale, umana sia ancora in grado di ispirare le generazioni di giovani - come Pierpaolo Farina - che credono nelle possibilità e nella vitalità della politica. Possiamo ancora continuare a sperare.

(«Il Caffè», 24 gennaio 2014)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano