Chiara Saraceno, autrice di Eredità (ed. Rosenberg&Sellier) si addentra nei meandri di questa sfaccettata nozione per rivelarne gli aspetti storici, sociologici, giuridici, mettendo a fuoco una tesi che fa da sfondo tutta la ricerca:
si illude chi immagini di poter fare tabula rasa del proprio passato e di “ricominciare da zero”, sogno delle rivoluzioni di cent’anni fa, legato a un’idea illuministica (ormai obsoleta) di indipendenza e autonomia intese come facoltà del singolo e della società di andare oltre il proprio contesto, affrancandosene completamente.
Non di meno l’eredità - per tornare al discorso iniziale - è sovente un’opportunità, invece che un fardello: quella ad esempio di essere “nani sulle spalle dei giganti”, che l’autrice richiama nelle Conclusioni. Insomma, positiva o negativa che sia, l’eredità è sempre caratterizzata dalla necessità di venir ricevuta, rielaborata, fatta propria dal destinatario. L’eredità non è mai subìta, ma sempre - in qualche modo e in qualche misura - accolta e trasformata.
Con uno stile leggero Saraceno illustra gli snodi dei ragionamenti che investono l’eredità partendo da episodi di cronaca, come quello del “Caso Bakke” o del Museo della Storia Ebraica di Varsavia. Il volume è stampato nella collana “Gemme” e fa parte di un “discorso” di 24 parole rinvenibile in internet all’indirizzo www.24gemme.it.
C. Saraceno, Eredità, Rosenberg&Sellier, 2013, pp. 125, euro 9,50.
(«Pagina3», 15 dicembre 2013)
