domenica 14 ottobre 2012

L'economia, gli ebook e la scarsità/2

L’ultima volta dicevamo che quella a favore dei libri digitali (ebook) è una scelta deliberata fatta dagli editori per motivi economici. Il libro digitale è una di quelle cose di cui non riusciremo forse mai a comprendere veramente l’utilità, ma che ciò nonostante si affermeranno. Un po’ come gli OGM. Una di quelle cose che andranno avanti perché conviene - non a noi, a loro. Noi, semplicemente ci abitueremo.
In effetti è presto per dire chi sarà il vincitore. Ma di sicuro la guerra c’è e continuerà ad essere condotta nel peggiore dei modi: cioè in maniera sporca.
Da un lato, la crisi della carta stampata è innegabile: il «New York Times» licenzia (fatto inconcepibile fino a pochi anni fa), la Gazzetta Ufficiale della Repubblica ormai (da anni) è disponibile solo in rete, riviste anche importanti vengono stampate ma poi è di fatto impossibile trovarle in edicola (ho cercato «Alfabeta2» tra Caserta e Napoli senza successo). D’altro canto però, si ha l’impressione che non sia questo il motivo per cui la carta diventa rara (e di conseguenza costosa). La scarsità la stanno creando a bella posta: stanno insomma spingendo sermpre più il prodotto digitale e affossando di proposito quello cartaceo. Vorrei riportare, al riguardo, la mia piccola esperienza.

Molti svantaggi, pochi benefici. Gli ebook hanno tutte le carte in regola per diventare il prossimo inutile business dei nostri giorni

Ecco, tanto per dirne una, cosa mi è successo. Ho cercato un titolo presso una libreria in internet e ho scoperto che il volume era esaurito. Però la versione digitale era disponibile (quasi allo stesso prezzo). Un vecchio titolo? No, del 2010. Come non pensare a una tiratura tenuta volutamente bassa? E soprattutto, visto che la tiratura è andata esaurita nel giro di un anno: come mai l’editore non ha pensato alla ristampa, che sembrerebbe la scelta più ovvia?
Me ne è successa un’altra. Nel recensire libri, mi capita di richiederne copia all’editore. Sempre più spesso mi propongono quelli elettronici, che io cortesemente rifiuto. L’ultima volta un editore è stato talmente franco da confessarmi che la loro politica di ufficio stampa è ormai quella di spedire solo libri elettronici (tra l’altro protetti con i famigerati dispositivi software DRM, che richiedono un’installazione in più passaggi preclusa a chi non ne ha la competenza - e a chi non ha tempo da perdere). Di fatto, hanno cominciato a chiudere il rubinetto delle spedizioni cartacee.
Insomma, non è che la carta stia diventando scarsa: anzi, ormai sempre più editori acquisiscono le certificazioni green (con carta riciclata al 100%) per i loro stampati. La stanno facendo diventare scarsa apposta. Ho il grande timore che tutto questo inciderà alla fine - quando l’editoria sarà a portata di mano come oggi il blogging - sulla qualità dei contenuti. Di tutte le altre conseguenze (delle quali si tace: lo sapete, ad esempio, che i libri acquistati su Amazon e su iTunes - come anche i brani musicali, i film ecc. - non sono ereditabili? I nostri figli dovranno ricomprarseli), con ogni probabilità, ci accorgeremo soltanto dopo: le apprenderemo da un quotidiano online, letto su Kindle.

(«Il Caffè», 13 ottobre 2012)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano