lunedì 8 ottobre 2012

L'economia, gli ebook e la scarsità/1

La notizia del giorno non è che sia in atto uno scontro all’ultima riga fra i libri di carta e quelli digitali (gli ebook), a colpi di statistiche, trend di vendita, classifiche internazionali, recensioni e critiche: questo lo sanno già tutti. Quello che non molti sanno è che gli ebook l’hanno vinta. Cioè, non ancora. Ma è questione di tempo, e neanche di tanto. E non perché siano migliori di quelli tradizionali; né più economici, vantaggiosi o indispensabili. Eppure alla fine rimarrano in pratica solo loro.

Non voglio entrare nella diatriba fra i sostenitori degli uni e degli altri: trovo che se ne faccia spesso una inutile questione di principio, sia da un lato sia dall’altro (come quando i primi dicono che i libri sono sempre stati di carta e sempre lo saranno, mentre i secondi dicono che i libri diventeranno digitali perché oggi tutto diventa digitale). O di ideologia: i tradizionalisti dicono che, se tutta l’energia elettrica venisse a mancare d’improvviso, i libri digitali non potrebbero più venir letti da nessuno; al che gli altri ribattono che, se tutta l’energia elettrica venisse a mancare d’improvviso, l’umanità avrebbe ben altri problemi che I promessi sposi.

La guerra alla carta è già iniziata in grande stile. Rimorsi ecologici? Ma no, motivi economici

Ci sono d’altro canto obiezioni più lucide e moderate: il libro di carta non teme le disfunzioni dei dispositivi e non necessita di backup; il libro elettronico taglia meno alberi e un lettore elettronico permette di portarsi appresso un migliaio di testi. La lettura digitale permette ricerche testuali e condivisione dei contenuti in tempo reale, dicono gli uni; così perderete tutto il silenzio e la concentrazione (e anche l’isolamento) che la lettura ancora riesce a garantire, ribattono gli altri.
Non voglio prendere posizione, come dicevo; del resto la mia propensione sarebbe scontata - sono pur sempre un uomo del millennio scorso. Ma gli ebook vinceranno e prenderanno il sopravvento, e non per quelle baggianate sul progresso inarrestabile (come se le cose potessero veramente procedere da sole), ma perché quelli che muovono le leve di questo settore hanno già deciso di andare in questa direzione. Ennesima teoria del complotto? Tutt’altro: algebra elementare. Ecco i miei calcoli.
Partendo da un testo, un libro digitale può essere preparato per la vendita in una singola giornata di lavoro (o giù di lì) di una sola persona. Ha costi irrisori di distribuzione e può essere piazzato da subito sull’intero mercato globale in internet. Un libro tradizionale richiede invece il lavoro di molte persone dalle professionalità diverse (da chi impagina a chi stampa), ha una collocazione geografica più limitata e tempi di distribuzione più lunghi. Di conseguenza il libro di carta costa di più di quello elettronico e ha (anche se non sempre) un prezzo di vendita più alto. Né si può dire, per contro, che si tratti dello stesso prodotto: il libro stampato non teme l’obsolescenza indotta, i guasti delle apparecchiature, l’incostanza del wi-fi e si può acquistarlo senza correre i rischi delle transazioni online. Ma al mercato questo non importa: la carta scomparirà e basta. Ce ne accorgeremo presto, forse ancora prima.
Hanno già cominciato a farlo. Ma di questo parleremo la prossima volta.

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano