
Le somiglianze, dicevamo, sono tante. Come Coliandro, Leonardi ha il “tesserino facile”,
del quale fa spesso mostra anche in maniera inopportuna; non si rende conto delle gaffe che fa ed è ossessionato dall'idea che i suoi superiori possano prenderlo in giro per la sua inettitudine (anche se, a ben vedere, è uno che conosce il suo mestiere e lo fa bene); storpia sguaiatamente i cognomi dei colleghi e si lamenta di continuo del peso delle indagini che segue (ma poi non perde occasione per dedicarvisi, anche nel tempo libero). A differenza di Coliandro, tuttavia, Leonardi è un solitario che non condivide le indagini né con i compagni di lavoro né con quelli che incontra; soprattutto è un tipo schivo, che non cerca di piacere a tutti i costi a quelli che ha intorno.
Prerogativa delle tante brevi avventure di questo volume è il finale, sempre sorpresa anche quando è annunciato (come in "Il negro"); in altre (come "Stefania") è il gioco di parole a prevalere e a chiudere. Le avventure sono sceneggiate e disegnate da oltre 10 nomi; per la collocazione di Leonardi nell'ambito della produzione letteraria dell'autore, rinvio all'intervista a Carlo Lucarelli di Tito Faraci, che apre il volume, e alla Postfazione di Mauro Smocovich.
Presso il sito dell'Editore BD è possibile leggere l'intervista citata e visualizzare 14 pagine in anteprima. Bella edizione in bianconero con copertina rigida e sovracoperta.
C. Lucarelli, Il brigadiere Leonardi, ed. BD, 2010, pp. 120, euro 15.
(«Pagina3», 29 marzo 2012)
