di Leonardo Caffo

tautologia abissale dell’antropologia, o a Mauro Foglia che analizza in maniera entusiasmante limiti e meriti della Democrazia che spesso diamo, quasi fosse ovvio, come unico modo possibile di vivere una vita sociale degna d’essere vissuta ….
Raccolti per temi, in otto parti complessive, i saggi che costituiscono questo volume sono tutti d’alto livello dal punto di vista della ricerca filosofica ma si caratterizzano, come Giano bifronte, anche per essere un'accessibile lettura divulgativa per i profani. In questi tempi più che mai, specie in Italia, riflettere sulla giustizia come “uguale per tutti” sembra necessario per comprendere anche analisi “metagiuridiche”. Non è più scontato infatti, chiedersi se esista una legge che imponga il rispetto per tutte le leggi. La tesi, sostenuta a più voci e che attraversa tutto il volume, è quella secondo cui non tanto i singoli codici, o gli schematismi individuali, siano garanti del rispetto istituzionale, quanto piuttosto il concetto di “persona” che, dalla sua matrice cristiana fino ad un’interpretazione laica, sembra radicalizzare una forma primordiale di equità e certezza nello sguardo che osserva l’umano, l’altro umano, senza volerlo dominare ma semplicemente rispettandolo in un più ampio orizzonte di reciproca convivenza. Questa corda, quella che immaginiamo tenga unite le sfere morali che sottendono l’etica, merita di essere osservata e sistemata di continuo. Un ottimo tentativo, tra ethos e religione, tra Fichte e Cassirer e tra Aldo Moro e Caterina II è rappresentato da questo volume. Non solo velleità accademica nel pubblicare, ma autentica passione per la ricerca che sottende la giustizia dell’uomo: un’osservazione critica della moralità dell’etica che riporti, almeno attraverso il pensiero, l’umanità in un sentiero di rettitudine e virtù.
(«Mangialibri», 27 settembre 2011)
