
Il dialogo tra le culture è un libro di filosofia geopolitica, la cui riflessione spazia a tuttotondo fra le vicende storiche più recenti dell’intero pianeta, con un’attenzione particolare verso quelle europee e mediorientali. Il dialogo è l’unica alternativa, oggi, all’autodistruzione nucleare e alla guerra infinita; in più, è l’unica via ragionevolmente percorribile di fronte a problemi globali (cioè di tutti) ai quali nessuna cultura è in grado singolarmente di dare risposte soddisfacenti. Nessuno al mondo è completamente indipendente dagli altri e nessuno è autosufficiente: folle è chi teorizza, in queste condizioni, strategie e tatticismi bellici che appartengono al passato.
Nessuna cultura può vantare soluzioni locali ai problemi globali. Il dialogo è l’unica via percorribile
Il dialogo è tuttavia una categoria da maneggiare con cura e al di là degli stereotipi à la page: non si tratta infatti né di una cosa semplice, né a buon mercato. Richiede disciplina e competenza, e la ferma disponibilità a incontrare l’altro - anche e soprattutto in quegli aspetti che possono risultare sgradevoli o problematici - e a rinunciare a qualcosa del proprio in favore di un interesse comune più ampio. Su questa linea Dallmayr si muove confrontandosi con il pensiero filosofico contemporaneo (Habermas, Derrida, Gadamer); nonché con il pensatore iraniano Abdolkarim Soroush, il mahatma Gandhi e il filosofo catalano Raimon Panikkar, cui è riservato un capitolo sul concetto di “sacra secolarità”.
Il dialogo tuttavia non è solo un antidoto alla guerra, ma un metodo adatto alla soluzione di ogni tipo di conflitto. In Occidente, ad esempio, ancora sopravvive la lacerazione tra il “sacro” e il “profano”, tra una secolarità materiale che mostra sempre più la propria insostenibilità (nell’insoddisfazione, nella violenza, nelle nevrosi e nelle psicosi delle masse) e una religiosità che si vorrebbe relegare nella sfera del personale, dell’emotivo, del passato e in definitiva dell’irrilevante. Ma il secolarismo e il “cultuale” non hanno bisogno di combattersi a oltranza; la vera novità di quest’epoca - spiega Panikkar - non è la fine di questa inimicizia, ma la sua dissoluzione: “ciò che sta emergendo ai nostri giorni è un modo nuovo di guardare alla realtà. L’ambito temporale è considerato positivo e, in qualche modo sacro”.
Denso di filosofia ma abbastanza accessibile a tutti, Il dialogo tra le culture di Fred Dallmayr può essere letto come introduzione al dialogo a partire dall’attualità e non dalla teoria generale. Con la Prefazione dell’ex ministro Giuliano Amato.
(«Il Caffè», 24 giugno 2011)
