Lo scorso novembre avevamo parlato del problema della raccolta differenziata dei farmaci scaduti: 6 farmacie casertane (su 18 intervistate) avevano dichiarato di non possedere l’apposito (e obbligatorio) contenitore. L’azienda deputata alla consegna dei contenitori è CasertaAmbiente (che si dichiarava innocente: i contenitori non venivano installati per esplicito rifiuto dei farmacisti, non per inadempienza dell’azienda). Scrissi dunque un fax all’Ordine dei Farmacisti il cui Presidente, Ferdinando Foglia, con molta disponibilità mi promise di intervenire in prima persona.
E lo fece, scrivendo un fax in data 9 febbraio 2011 sia all’allora Commissario Straordinario - Piero Mattei - sia al Prefetto - Ezio Monaco - per segnalare il disservizio (con tanto di nomi delle farmacie interessate dal problema) e chiedere il ripristino delle condizioni di normalità.
Il fax veniva inviato per conoscenza anche al sottoscritto, Paolo Calabrò, del settimanale «Il Caffè» (il fax è visibile in internet all’indirizzo http://tinyurl.com/faxOdF9-02-11).
In assenza di qualunque reazione, ho inoltrato un sollecito a entrambi i destinatari: il Commissario e il Prefetto. Nell’era della dematerializazione informatica, mi sono detto, basterà una email certificata: per cui ho scritto loro in data 11 marzo 2011 (rispettivamente agli indirizzi segretariogenerale@pec.comune.caserta.it; postacertificata@pec.comune.caserta.it e urp_prefce@pec.interno.it; urp.prefce@pec.interno.it, tutti reperiti presso i siti istituzionali del Comune e della Prefettura di Caserta). Ad oggi, non ho ricevuto nessuna risposta (la lettera spedita via mail è visibile in internet a questo indirizzo: http://tinyurl.com/PECdopoOdF).
Mi sono messo di nuovo al telefono. Delle 6 farmacie sprovviste a novembre, 1 sola risulta oggi attrezzata con un contenitore idoneo alla raccolta differenziata dei farmaci scaduti. Altre 5 continuano a non averlo (e quindi a non permettere ai cittadini il deposito dei farmaci scaduti). Ma io voglio pensare positivo. Letta come tendenza, con una nuova farmacia pronta ogni 6 mesi, fra tre anni potremmo avere il servizio attivo al 100%. Niente male. Ma forse potremmo aspirare (magari legittimamente) ad ottenerlo un po’ prima di tre anni. Che dite, scriviamo per posta ordinaria?
(«Il Caffè», 3 giugno 2011)
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