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E lo fece, scrivendo un fax in data 9 febbraio 2011 sia all’allora Commissario Straordinario - Piero Mattei - sia al Prefetto - Ezio Monaco - per segnalare il disservizio (con tanto di nomi delle farmacie interessate dal problema) e chiedere il ripristino delle condizioni di normalità.
Il fax veniva inviato per conoscenza anche al sottoscritto, Paolo Calabrò, del settimanale «Il Caffè» (il fax è visibile in internet all’indirizzo http://tinyurl.com/faxOdF9-02-11).
In assenza di qualunque reazione, ho inoltrato un sollecito a entrambi i destinatari: il Commissario e il Prefetto. Nell’era della dematerializazione informatica, mi sono detto, basterà una email certificata: per cui ho scritto loro in data 11 marzo 2011 (rispettivamente agli indirizzi segretariogenerale@pec.comune.caserta.it; postacertificata@pec.comune.caserta.it e urp_prefce@pec.interno.it; urp.prefce@pec.interno.it, tutti reperiti presso i siti istituzionali del Comune e della Prefettura di Caserta). Ad oggi, non ho ricevuto nessuna risposta (la lettera spedita via mail è visibile in internet a questo indirizzo: http://tinyurl.com/PECdopoOdF).
Mi sono messo di nuovo al telefono. Delle 6 farmacie sprovviste a novembre, 1 sola risulta oggi attrezzata con un contenitore idoneo alla raccolta differenziata dei farmaci scaduti. Altre 5 continuano a non averlo (e quindi a non permettere ai cittadini il deposito dei farmaci scaduti). Ma io voglio pensare positivo. Letta come tendenza, con una nuova farmacia pronta ogni 6 mesi, fra tre anni potremmo avere il servizio attivo al 100%. Niente male. Ma forse potremmo aspirare (magari legittimamente) ad ottenerlo un po’ prima di tre anni. Che dite, scriviamo per posta ordinaria?
(«Il Caffè», 3 giugno 2011)
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