
Perché Chernobyl secondo Lei è il “paradigma delle menzogne nucleari”?
Chernobyl non è solo il paradigma delle menzogne nucleari, ma è il paradigma di tutto il nucleare. L’incidente di Chernobyl, estrapolandolo dal suo contesto e caso specifico, è stato ed è un insegnamento che non possiamo ignorare. Purtroppo questo insegnamento viene vissuto in maniera paradossale. Per alcuni (e fra questi l’AIEA, Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) l’esplosione del 1986 rappresenta, addirittura e indirettamente,Potremmo dire che il nucleare è una “cambiale”.
il viatico per una nuova era nucleare: partendo, infatti, dall’assunto che l’incidente è stato il frutto di un esperimento maldestro e di una tecnologia superata e mal gestita, diventa, per queste sue stesse prerogative, il punto di paragone per progettare il futuro e la costruzione di nuove centrali. Ma questo è un tranello: perché, al contrario, ogni seria discussione sul nucleare dovrebbe mettere al centro l’incidente di Chernobyl e con esso il corteo di conseguenze ascrivibili, con portata diversa, a qualsiasi incidente nucleare; con esso l’eredità lasciata per i prossimi secoli ed, infine, il monito che nulla al mondo è irripetibile. E il debito che in questi casi si contrae con l’avvenire – in termini di scorie che non si sa come e dove collocare in sicurezza, danni all’ambiente e al patrimonio genetico umano – può durare millenni. Questa è la verità.
Gli studi sul nucleare sicuro, la ricerca di nuove tecnologie nucleari, i dibattiti accesi sulla costruzione di qualche decina di centrali al mondo sono l’albero che nasconde la foresta: la foresta delle oltre 400 centrali nucleari già presenti, compreso il significativo numero di quelle obsolete come Chernobyl; la foresta di un’eredità nucleare di cui non si è trovata soluzione. Arrovellarsi oggi attorno alla pretesa sicurezza delle nuove centrali nucleari è un falso problema con cui si cerca di nascondere il problema vero: cioè l’insicurezza di quelle esistenti, l’impossibilità del loro smantellamento (si ricordi che ad oggi neanche una sola delle centrali nucleari chiusa è stata dismessa e confinata in sicurezza), al numero impressionante di scorie da gestire e smaltire, al futuro già ipotecato per le future generazioni. Non c’è bisogno di avventurarsi in nuove strategie nucleari lasciando irrisolti gli stessi problemi che il nucleare ha generato. È come essere pieni di debiti e costruire una nuova casa: i creditori non staranno a guardare! E prima o poi bisognerà renderne conto al mondo e alla natura (creditore in attesa) che lo governa: senza sconti.Nanni Salio, che firma la prefazione, propone un quadro devastato dello stato dell’informazione: fra scienziati negazionisti al servizio delle multinazionali, scienziati militari al servizio della guerra e scienziati imprenditori al servizio del proprio profitto… sembra difficile fare e ottenere un’informazione pulita e libera intorno al nucleare.
L’informazione è il tallone d’Achille del nucleare. L’informazione e la democrazia sono stati immolati in nome di grandissimi interessi economici e militari. Va ribadito: il nucleare nasce bellico e per continuare ad esistere ha bisogno di appoggiarsi e mantenere quello civile. Se in Francia il nucleare costa poco è perché l’industria militare lo sovvenziona. Possedere il nucleare bellico vuol dire entrare nel club dei potenti e gestire le politiche e le aree di influenze strategica nel mondo. La prevalenza del nucleare civile è un’illusione, se non un falso problema. Se il problema fosse solo quello del nucleare civile, che senso avrebbe parlare di stati canaglia a cui impedire l’uso della tecnologia nucleare? Domanda retorica che include l’ovvia affermazione che il possesso del plutonio avviene attraverso il nucleare civile. Dove possono esistere informazione e democrazia quando, per esempio, la politica in doppiopetto dell’Areva sul Forum Nucleare Italiano diventa politica di sfruttamento e generatrice di disastri in Niger? Un’ultima annotazione: non avete mai notato che l’informazione sugli incidenti nucleari viene divulgata sempre a distanza di tempo allo scopo di coprire eventuali responsabilità o creare le condizioni per sminuire eventuali impatti ambientali o sulle persone?Nel libro parla dettagliatamente (allegando fonti e documenti integrali) dell’accordo WHA 12-40 fra l’OMS e l’AIEA. Che cos’è e perché è così importante?
È l’accordo truffa che ha sancito, all’interno dell’ONU, il primo matrimonio di comodo (28 maggio 1959) fra due importanti agenzie: l’AIEA e l’OMS. L’accordo prevede che non possano essere divulgati dall’OMS le indagini e i dati sanitari conseguenti a incidenti nucleari senza il consenso della stessa AIEA che funge, pertanto, da controllore e controllato. E così è stato per tutti gli incidenti nucleari, Chernobyl compreso. Una censura preventiva che continua tuttora. Non solo un accordo in palese contrasto con i fini statutari dell’OMS, ma che lede, oltre al diritto di salute, uno dei diritti più importanti per la persona: il diritto all’informazione.Chiude il Suo saggio con la massima di Brecht: “chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi - conoscendola, la chiama bugia, è un criminale”. A chi la rivolge?
Le mie precedenti risposte indicano chiaramente le responsabilità. Assolvo chi sostiene il nucleare in buona fede. Per tutti coloro che, conoscendola, tacciono la verità, la nascondono o la dissimulano, la responsabilità per la scelta nucleare fa rima con mafia e criminalità.(«il Recensore.com», 1 febbraio 2011)
