domenica 13 giugno 2010

La piaga del nucleare/4

Fatemi capire.
Questa è l'epoca dei grandi disastri ecologici: la marea di petrolio fuoriuscita dal pozzo della British Petroleum nel bel mezzo del golfo del Messico sta facendo parlare di sé come del "più grande disastro ecologico della storia degli USA"; ma anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo avuto la disgrazia di Viareggio, 30 giugno 2009, a causa dell'esplosione di un convoglio ferroviario carico di gpl: decine di morti, altrettanti feriti, palazzi rasi al suolo; per non parlare del grande simbolo del disastro ecologico del nostro tempo, quello nucleare: Chernobyl.

Disastri ecologici + mancanza di fondi + ecocriminalità = Nuovi impianti nucleari?

Ma questa è anche l'epoca dei grandi tagli alla spesa pubblica: si riducono i finanziamenti alla sanità e agli enti locali; si chiudono teatri e forse - nel momento in cui scrivo - il nostro CIRA (Centro Italiano di Ricerca Aerospaziale, a Capua); si differiscono i pensionamenti e si congelano gli stipendi; si licenziano gli insegnanti. Anche qui un grande simbolo è quello nucleare: la torre della ex centrale del Garigliano è a rischio crollo (cfr. l'ottimo documentario di Milena Gabanelli dal titolo "Ecofollie"), e rischia di cadere proprio sulla grossa bolla sottostante (contenente materiale radioattivo non confinato in sicurezza) proprio perché... non ci sono soldi per ristrutturarla.
Infine, questa è l'epoca della grande criminalità organizzata intorno allo smaltimento illecito dei rifiuti. Pian piano entriamo in possesso dei dettagli dello sversamento illecito effettuato per anni dai clan camorristici nell'area di Giugliano (ma già sapevamo di Acerra, grazie al documentario cinematografico "Biùtiful càuntri" di un paio d'anni fa). Ma qui - ebbene sì, anche qui - si ergono come simboli statuari le cosiddette tante "navi dei veleni", cariche di residui nucleari affondate lungo la costa italiana (se ne conterebbero almeno trenta), in particolare la "Jolly Rosso", arenata nel fiume Oliva (dopodiché ad Amantea i tumori sono aumentati del 600%). Per non parlare delle navi che vanno sistematicamente a sversare nelle acque della Somalia bidoni contenenti rifiuti di ogni specie (in particolare, farmaceutici - che è più conveniente "smaltire" lì, pagando cash 3 dollari a tonnellata al dittatore di turno, anziché in Europa al costo di 1.000 euro; cosa che noi abbiamo scoperto per puro caso, in seguito allo tsunami del dicembre 2004, che ha portato i bidoni letali a galla e ha reso finalmente comprensibili tutte quelle strane patologie riscontrate tra i pescatori dei villaggi della costa). E per non parlare delle solite scorie nucleari depositate nei pressi di Mogadiscio lungo la strada sulla quale Ilaria Alpi e Miran Hrovatin vennero uccisi: lì, al chilometro 140, è stata rilevata con un magnetometro la presenza di metalli interrati (cfr. al riguardo le due interviste a Maurizio Torrealta, caporedattore di RaiNews24, visibili in internet agli indirizzi http://paolocalabro.blogspot.com/2009/11/il-mediterraneo-una-discarica.html e http://paolocalabro.blogspot.com/2009/05/pirati-fai-da-te.html).
Riassumendo. Viviamo nell'epoca in cui l'umanità è vittima della tecnologia, di cui perde costantemente il controllo; è vittima della mancanza cronica di fondi; è vittima di una criminalità organizzata che anche definire "senza scrupoli" sembra ormai poco.
Allora, fatemi capire: voi, di questi tempi, vorreste mettervi a costruire impianti nucleari?

(«Il Caffè», 11 giugno 2010)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano