venerdì 29 gennaio 2010

M. Pizzuti, Rivelazioni non autorizzate, ed. Il punto d'incontro, 2009


La massoneria è viva e vegeta ai nostri giorni, prospera anche grazie alla mancanza di significative informazioni “ufficiali”, e continua nel tempo la sua opera di arricchimento della propria élite a detrimento di tutti gli altri. Ce lo ricorda meritoriamente Marco Pizzuti nel suo Rivelazioni non autorizzate (ed. Il punto d’incontro, 2009), il quale apre la sua trattazione affermando a più riprese che
ormai esistono le prove per affermare ciò.
E in effetti il libro è piuttosto ben documentato e attinge a bibliografia recente, pur se eterogenea. L’autore ricostruisce le origini storiche del fenomeno e ce ne mostra le ramificazioni simboliche estese fino ai giorni nostri (come la figura del gufo intravisibile nella banconote da un dollaro, le proporzioni numericamente interessanti della cattedrale di Chartres o la simbologia celata dietro la statua della libertà). Il libro non sembra proporre al riguardo materiale inedito e dunque il suo pregio non va ricercato in alcuna “rivelazione non autorizzata”, bensì nella ricostruzione ponderosa e circostanziata della presenza della massoneria nella storia moderna e contemporanea (dalle grandi rivoluzioni del secolo scorso al cosiddetto “nuovo ordine mondiale” nato all’indomani della tragedia dell’11 settembre 2001).
Il discorso di Pizzuti, sempre fluido e facile da seguire, si mantiene solido fin tanto che resta aderente alle fonti; tuttavia l’autore, nell’ansia di rivelare la propria verità (frutto in parte, come dicevo, di una deduzione storica affidabile, ma in parte anche di una induzione di conclusioni arbitrarie), perde lucidità e prende d’un tratto la tangente. È infatti lodevole ed audace affermare che sia 
meglio essere accusati di cospirazionismo dal giornalismo e dalla politica attenta a non pestare i piedi ai poteri forti che crogiolarsi sugli allori delle verità di comodo;
tuttavia, da qui a dire che
le versioni ufficiali sono false per definizione 
ce ne corre. Come ce ne corre tra il certificare storicamente l’appartenenza di un ufficiale a una certa loggia massonica ed il ritenere per ciò stesso dimostrato che l’esito di una certa battaglia sia stato determinato da questo solo fatto (e non anche da rilevanti ragioni contestuali, tattiche o strategiche).
Insomma, Pizzuti sembra confondere a volte le prove che vorrebbe portare con gli indizi in suo possesso: possiamo tenere per vero che la massoneria abbia agito nella storia e anche preponderantemente in occasione di eventi più o meno memorabili; ma è ben più difficile concludere in maniera non fallace che la massoneria sia un’associazione che persegue i suoi scopi millenari senza interruzione fin dall’antico Egitto, obiettivi riassumibili nel concentrare il possesso del mondo nelle mani dell’aristocrazia massonica.
Chiariamo: la tesi può sembrare inverosimile o improbabile, ma non è affatto impossibile o assurda. Del resto il mondo attuale offre di sé un’immagine suggestivamente aderente alla descrizione – con le 300 famiglie più ricche del pianeta che detengono una ricchezza pari a quella dei 3.000.000.000 più poveri della popolazione mondiale. Ma il punto è che si tratta comunque di un’illazione, che non può vantare il conforto di quelle prove che il lettore viene autorizzato ad aspettarsi fin dalle prime pagine del volume. Altrettanto valga per le simbologie e le numerologie contenute nel testo. Il ricorrere di simboli come quello della luce, o di figure come quella della piramide priva di vertice, o ancora di numeri “particolari” come il 7 o il 13, può magari essere il punto di partenza di un’indagine probatoria, ma in nessun modo “corpo” di alcun “reato”. Tanto più che si tratta di simboli e numeri trasversali a molte e diverse tradizioni sapienziali e religioni.
Per concludere: l’idea di una élite che persegue i propri intenti di dominio e di controllo totali è attuale ed utile (però non incrocia solo la massoneria, ma anche ad esempio il cosiddetto “Partito di Davos”: cfr. al riguardo il libro di Luciano Gallino, Con i soldi degli altri, qui recensito). Ma più le tesi tendono a farsi generali, più richiedono approfondimento. Rivelazioni non autorizzate è un buon punto di partenza.

(«il Recensore.com», 29 gennaio 2010)

Paolo Calabrò

Filosofia e Noir

Madrelingua napoletano, vive a Caserta, dedicandosi alla famiglia, alla filosofia e, ovviamente, al noir. Gestisce il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano