sabato 23 luglio 2016
Chi è? Incontro al Convitto Giordano Bruno di Maddaloni, giovedì 14 luglio 2016
Più di cento persone al Convitto Giordano Bruno di Maddaloni per il Convegno “Volti casertani e maddalonesi”. È il 14 di luglio, e sono le 10.30 - quando si potrebbe stare al mare, almeno chi può; o si dovrebbe stare al lavoro, chi non può - e la sala “Luigi Settembrini” è gremita di uomini e donne di ogni età: si presentano i libri del prof. Michele Schioppa - giornalista e docente di Maddaloni che insegna a Caserta - dal significativo titolo Chi è? (volumi 3 e 4), finalizzati a conservare la memoria di persone che hanno fatto la storia di Maddaloni e della provincia di Caserta, tramite una serie di biografie - ottimamente corredate da foto d’archivio - e testimonianze illustri. La cosa, evidentemente, piace: e questa presenza così forte è il segno di un interesse per il territorio che fa piacere continuare a ritrovare.
E a noi, perché piace tanto questa iniziativa? Non certo per un intento autocelebrativo, completamente estraneo alle intenzioni dell’autore. Per sottolineare una volta di più che la Campania non è solo lacrime e bisogno d’aiuto? Sì, certo. Per testimoniare che la tradizione dei grandi napoletani (per “napoletano”, ovviamente, si intende “di tutta la Campania”) è viva e non si è mai interrotta? Sì, anche. Ma il vero motivo per cui quest’opera è veramente utile per noi è che ci ricorda che non è necessario essere sotto i riflettori, per essere “grandi”; a volte si può essere speciali proprio rimanendo “normali”, mettendosi con passione a disposizione della propria comunità. Idea, per non dire ideale, che sembra offuscato dai nostri tempi individualistici e gretti. Ma chi agisce sul territorio concretamente, in spirito di servizio - penso al volontariato, ad esempio, ma mi piacerebbe pensare anche alla politica - sa bene che è solo mattoncino dopo mattoncino che si costruiscono le case. Ecco, Michele Schioppa ci parla di un terreno fertile (quello della nostra provincia) e della gente che vi ha vissuto e ha saputo farlo germogliare. E noi, che ne raccogliamo i frutti, non possiamo che essere grati.
(«Il Caffè», 16 luglio 2016)
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