Nella convinzione che l’originalità e il ruolo della scuola epistemologica polacca, in particolare quella di Poznan, abbia avuto nella filosofia della scienza contemporanea un clamoroso e pernicioso misconoscimento, Francesco Coniglione – ordinario di Storia della Filosofia dell’Università di Catania – si spinge a ripubblicare, a distanza di vent’anni dalla sua prima apparizione e con il meritevole supporto dell’editore Bonanno, il volume Realtà e astrazione. La scuola polacca di epistemologia post-positivistica, aggiornato alle più recenti pubblicazioni sull’argomento.
Il volume mette l’acccento sulla peculiare “astoricità” della scuola polacca, quella caratteristica consistente nel relegare sullo sfondo la storia concreta della gestazione delle idee filosofiche, tutta a favore dell’elaborazione formale di quelle stesse idee. E lo fa – con chiarezza e dovizia di esempi e precisazioni – in una trattazione che tocca i temi della tradizione marxista, del popperismo, del positivismo, dello strutturalismo fino alla delineazione di una “nuova epistemologia”: quella della “scienza come idealizzazione”.
L’opera si fonda su una corposa bibliografia in italiano, inglese e tedesco e su una più che generosa rassegna delle fonti polacche, che Coniglione ha l’ulteriore merito di aver esaminato nella lingua originale.
F. Coniglione, Realtà e astrazione. La scuola polacca di epistemologia post-positivistica, ed. Bonanno, 2010, pp. 420, euro 35.
(«Pagina3», 5 settembre 2012)
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