Domenica pomeriggio ho fatto il pieno di gasolio in una stazione di servizio nei pressi di Maddaloni. Non c’era personale, era attivo il sistema fai-da-te. Mi avvicino alla pompa e leggo un piccolo cartello scritto a mano: “Offerta a piacere”. Come dal nulla, spunta un ragazzo nero, avrà avuto vent’anni, che si offre di riempire il serbatoio al posto mio. Gli passo una banconota da 50 euro e lui esegue. Un euro lo do a lui, poi vado via.
Questa è elemosina: una persona chiede - senza pretendere, senza minacciare - degli spiccioli, offrendo in cambio una piccola manovalanza (facendola risparmiare a me). Nessun obbligo. Elemosina.
Non è elemosina quella del parcheggiatore abusivo. Quella si chiama estorsione. Perché il parcheggiatore abusivo pretende un corrispettivo a fronte di nessun lavoro svolto; egli non rende alcun servizio se non a se stesso (e all’organizzazione criminale che lo supporta e lo “autorizza”) e minaccia ritorsioni in caso di rifiuto: “io allora la tua macchina non la controllo. Se poi qualcuno viene e fa qualche danno...”. Si chiama: “estorsione”: si costringe qualcuno - con le buone o con le cattive - a sborsare del denaro dietro minaccia.
Il legislatore sembra non averlo capito. Pur riconoscendo esplicitamente che l’esercizio di questa attività è illecito, la legge parla esclusivamente di sanzione amministrativa. Ecco il testo della legge 1 agosto 2003, n° 214, art. 7 comma 15 bis:
Salvo che il fatto costituisca reato, coloro che esercitano abusivamente, anche avvalendosi di altre persone, ovvero determinano altri ad esercitare abusivamente l'attività di parcheggiatore o guardiamacchine sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 652,00 ad euro 2.620,00. Se nell'attività sono impiegati minori la somma è raddoppiata. Si applica, in ogni caso, la sanzione accessoria della confisca delle somme percepite (fonte: asaps.it, il portale della sicurezza stradale).Quindi accade che, una volta pescati, questi soggetti vengano lasciati liberi di esercitare nuovamente (l’attività di parcheggiatore non è reato - per cui possa essere prevista la detenzione - ma un semplice illecito amministrativo), spesso senza neanche pagare un centesimo della sanzione comminata (quasi tutti i parcheggiatori abusivi risultano nullatenenti e dunque non passibili di pignoramento).
Cosa fare, allora? La norma prevede che l’estorsione vada dimostrata caso per caso, ma sappiamo tutti bene che essa fa parte dell’essenza intima dell’attività di parcheggiatore abusivo. A noi rimangono le seguenti opzioni:
1. Ogni volta che si avvista un parcheggiatore abusivo, chiamare immediatamente la Polizia Municipale;
2. Costituire un comitato cittadino (magari, inizialmente, a costo zero: basta un blog gratuito in internet) che sia punto di riferimento per la cittadinanza, per la segnalazione di abusi, per monitorare l’evolversi del fenomeno, per porsi come interlocutore unico nei confronti di autorità, giornali, pubblica opinione;
3. Preparare ed aggiornare una mappa dei punti della città (e della provincia) in cui sono presenti in maniera stabile dei parcheggiatori abusivi, allegando se possibile fotografie da presentare alle autorità competenti;
4. Sottoporre la questione ai politici casertani che ci rappresentano in parlamento (e che abbiamo votato con la speranza che ciò potesse servire a qualcosa), affinché la legge dello Stato venga modificata tenendo conto dello specifico di questa losca figura del parcheggiatore abusivo: non si tratta di elemosina, ma di estorsione, sempre, comunque.
Muoviamoci adesso, prima che la situazione diventi come quella di Napoli: dove i parcheggiatori “esercitano” anche presso i parcheggi comunali, e pretendono soldi anche da chi ha pagato regolarmente il grattino per stare nelle regolari strisce blu. Allora potrebbe essere troppo tardi. Il momento di pensarci è ora.
(«Il Caffè», 10 settembre 2010)