
Nuova indagine per Galeazzo Trebbi - dopo Il silenzio della bassa, Bologna non c’è più e Il giallo di caserme rosse - investigatore alle prese con un background familiare doloroso e onnipresente, sullo sfondo di una Bologna che sembra cambiare costantemente in peggio, ma che rivela a ogni nuovo colpo la sua indomita fibra di resistente a oltranza nella lotta per una vita più giusta per tutti. Massimo Fagnoni - cinquantottenne bolognese laureato in filosofia che, dopo una consistente gavetta presso i servizi sociali e psichiatrici è attualmente in forza presso il corpo di polizia municipale della sua città - dà alle stampe un romanzo che consolida il suo pluriennale sodalizio con l’editore genovese Frilli, da sempre attento a catturare le sfumature più locali del giallo italiano, e offre al lettore una storia accattivante che non si esaurisce nelle spire del mistero da dipanare, ma si spinge a esplorare i confini di una realtà - quella cittadina del capoluogo emiliano, vicina a quella di tante altre città d’Italia, dal sud al nord - che potrebbe essere molto diversa e molto migliore di quella in cui viviamo. Un libro leggibile a più livelli, come tutti i libri di Fagnoni, in cui la componente sociale - o, se si preferisce, morale - fa da cornice agli eventi narrati e, in gran parte, ne costituisce il senso.
Massimo Fagnoni, Il bibliotecario di via Gorki, ed. Fratelli Frilli, 2017.
(«Mangialibri», 7 maggio 2018)